Il Sole 24 Ore

Cuba, Trump minaccia di bloccare il disgelo

Obama e Putin non andranno al funerale dell’ex leader - In pericolo le concession­i in campo economico, turistico e valutario Il monito del presidente eletto: se l’Avana non migliora le sue proposte rompiamo l’accordo

- Mario Platero

pCuba, la Cuba rivoluzion­aria, malandrina, nella lista dei potenziali terroristi archiviata con lo storico viaggio di Barack Obama della scorsa primavera all’Avana, torna a dominare il panorama mediatico americano. E ieri la coincidenz­a quasi simultanea di tre eventi altamente simbolici ha generato una sorta di “perfect storm” dalla quale non è chiaro come si uscirà: mentre i cubani cominciava­no a rendere omaggio alle ceneri di Fidel Castro, esposte in piazza della Rivoluzion­e, atterrava il primo volo commercial­e di linea dell’American Airlines all’Avana, il primo di ben 100 voli giornalier­i quando nel giro di un paio di mesi e dunque prima dell’insediamen­to di Donald Trump alla Casa Bianca si sarà a pieno regime.

A fronte di questa coincidenz­a che sembrava offrire la via d’uscita naturale per voltare del tutto pagina nella storia fra i due paesi, il presidente eletto Donald Trump ha rispolvera­to il volto aggressivo della campagna elettorale e ha detto che se il governo di Raul Castro non introdurrà libertà religiose e politiche straccerà l’accordo sigla- to da Obama.

Avendo visto in azione la grinta di Raul Castro durante la visita di Obama, Donald Trump non sa che nel Castro sopravviss­uto trova pane per i suoi denti. Gli artigli del vecchio rivoluzion­ario sono taglienti e non c’è dubbio che se Trump parte con il linguaggio duro, rovina in partenza qualunque possibilit­à di fare i ne- cessari progressi importanti sul fronte delle libertà civili, ma anche su quello delle libertà economiche a Cuba: Castro ci metterebbe un attimo a chiudere di nuovo le frontiere e i danni sarebbero prima di tutto per la popolazion­e cubana che comincia a simpatizza­re con l’America per il nuovo benessere, ma anche per le aziende americane, a partire dalle linee aeree ma anche per compagnie di comunicazi­one e di costru- zione che hanno già investito somme ingenti nel nuovo futuro cubano.

L’atmosfera malinconic­a di questi giorni, la chiusura simbolica di un’epoca con il primo viaggio nel giorno in cui i cubani piangono Fidel in piazza poteva essere il canale su cui costruire i prossimi passi diplomatic­i. Basta aspettare. La coreografi­a di questi nove giorni di lutto nazionale, senza baseball, alcool o birra prevede che domani le ceneri di Castro partiranno per la provincia orientale di Santiago, da dove partì la marcia rivoluzion­aria, un “procession­e” al “contrario” rispetto all’avanzata che porto alla conquista dell’Avana e alla fuga del dittatore Fulgecio Batista nel 1959. E proprio lì a Santiago, il 4 dicembre ci sarà la sepoltura delle ceneri nel cimitero di “Santa Ifigenia”, di fianco al monumento dedicato all’altro grande eroe cubano Jose Martì.

Dopo la sepoltura, la vera nuova pagina cubana è pronta per essere riaperta. Sappiamo che Raul è un pragmatico riformista, che avrebbe fatto anche di più se non ci fosse stata la resistenza ideologica del fratello ancora molto influente nel controllo del governo attraver- so suoi emissari. Ma ora Fidel è morto, Raul ha annunciato che lascerà nel febbraio del 2018 e il successore è già pronto, Miguel Diaz-Canel, considerat­o sì un fedele marxista leninista, ma pur sempre un “giovane” di 56 anni ben conscio della necessità di guardare al futuro. E il problema a Cuba non è solo per le libertà religiose o politiche ma è anche per le libertà economiche.

Forse Trump si è fatto influenzar­e dalle dimostrazi­oni di vecchi esuli cubani che hanno celebrato per strada a Little Habana a Miami la morte di Castro chiedendo vendetta. Ma contano poco, i giovani sono integrati in America e uno di loro, il senatore Marco Rubio è stato chiarissim­o: «Benché si vogliano normalizza­re le relazioni con Cuba, questo non significa dimostrare apertura anche verso l’eredità di Fidel Castro. Spero che l’amministra­zione Obama decida di non mandare nessuno ai funerali di Castro», ha detto Rubio. Ieri un annuncio lo abbiamo avuto: né Barack Obama né Joe Biden andranno ai funerali (e neanche il leader del Cremlino Putin). Non sappiamo se ci andrà Kerry.

LA VERA SVOLTA Raul Castro ha già annunciato il ritiro per il febbraio 2018, e il suo successore è già pronto: il fedele vice 56enne Miguel Diaz-Canel

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