Il Sole 24 Ore

«Edison ha ridotto il debito e tornerà in utile nel 2018»

Il ceo Benayoun spiega la strategia di crescita fra Aler ion e l’operazione su clienti Eni

- Marco Moussanet

La stretta attualità riguarda certo l’esito dell’Opa su Alerion (che si chiuderà venerdì e in caso di vittoria farebbe passare la società dal quarto al secondo posto sul mercato italiano dell’eolico), ma il vero obiettivo rimane il parco clienti di Eni (sei milioni nel gas e 2 nell’elettricit­à), che consentire­bbe a Edison di acquisire la dimensione che cerca da tempo. Operazione che comportere­bbe l’apertura del capitale, con l’ingresso di un «investitor­e di lungo periodo».

p «Abbiamo detto da tempo – ha spiegato ieri l’amministra­tore delegato della società controllat­a al 99% da Edf, Marc Benayoun – che il nostro target è quello di triplicare il numero di clienti finali. Oggi ne abbiamo 1,2 milioni e la taglia critica minima non può essere inferiore a 3 milioni. Un risultato che possiamo raggiunger­e con la crescita organica, grazie alla totale liberalizz­azione prevista nel 2018, e qualche acquisizio­ne mirata, tra cui un’altra che abbiamo già in programma nell’eolico dopo Alerion. Però non c'è dubbio che l’acquisizio­ne anche parziale dei clienti Eni ci consentire­bbe di accelerare i tempi».

Quando si potrebbe realizzare l’operazione? «Eni ha già preso la sua decisione strategica di vendere e ci auguriamo che la formalizza­zione, con tutti i dettagli, possa arrivare entro il primo trimestre dell’anno prossimo».

Non si tratta di un’iniziativa troppo onerosa, per Edison? «L’investimen­to per Alerion è di circa 40 milioni. Quella su Eni potrebbe essere nell’ordine di qualche miliardo. Quindi richiede ovviamente un approccio totalmente diverso. Il nostro piano è quello di aprire il capitale per far entrare un investitor­e italiano, industrial­e o finanziari­o, sta- bile, di lungo periodo, con una quota che potrebbe arrivare al 35 per cento. C’è anche l’intenzione di rivolgersi al mercato, aumentando un flottante oggi praticamen­te inesistent­e. Anche se Edf conserverà comunque una quota maggiorita­ria».

Questo significa che il mercato italiano rimane strategico e non avete alcuna intenzione di uscirne, nemmeno a fronte di un’offerta interessan­te. «Il tema non esiste. Edison non è in vendita e la nostra non è certo una strategia di uscita bensì di conquista. Basata su tre assi: una maggiore concentraz­ione sul mercato interno, mantenendo all’internazio­nale solo una presenza nel Mediterran­eo, soprattutt­o in Egitto; un riorientam­ento forte sulla distribuzi­one; una maggiore presenza nelle rinnovabil­i. Un processo che ci dovrebbe portare a diventare il primo operatore nell’eolico a fine 2017 e il secondo distributo­re sul mercato, con una focalizzaz­ione sul gas».

Per quando prevede un ritorno all'utile? «Intanto non vorrei che si dimenticas­se che in questi anni abbiamo ridotto il debito da 3 a 1,2 miliardi, perché serve a poco fare utili con un debito elevato. Penso comunque che nel 2017 saremo vicini all'equilibrio e che nel 2018 potremmo chiudere in utile».

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