«Mercati volatili perché non amano l’incertezza»
C on un occhio attento ai primi segnali, giudicati incoraggianti, che arrivano dalla conversione dei bond e l’altro preoccupato in vista dei possibili scossoni referendari, al ministero dell’Economia si segue passo per passo l’operazione Monte Paschi ribadendo che la strada maestra passa dal programma in tre mosse (Npl, ricapitalizzazione e piano industriale) e che non ci sono piani B.
Le ipotesi di interventi straordinari della Bce per aiutare gli istituti di credito italiano nel breve termine, o addirittura del meccanismo di salvataggio europeo (Esm, che però si porterebbe dietro anche il bail in), continuano a circolare in am- bienti internazionali (il Telegraph, quotidiano conservatore inglese, ha parlato di un aiuto straordinario da 40 miliardi) e mostrano quante “attenzioni” circolino sui mercati sulle prospettive del nostro settore bancario alla vigilia della prova referendaria. Ma all’Economia sono derubricate fra gli scenari, passione abituale del dibattito sulla politica economica soprattutto in tempi che offrono incertezze politiche a piene ma- ni. Lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, riflettendo ieri sera alla Luiss nel corso della presentazione del libro di Alfredo Macchiati «Perché l'Italia cresce poco», ha spiegato di essere «molto preoccupato» per il possibile quadro italiano del 5 dicembre, ma ha spiegato il timore con la «possibile interruzione di un percorso di riforme». I mercati, è l’interpretazione del titolare dell’Economia, «in questi due anni hanno mostrato di approvare la politica del governo sulle riforme», e in questi giorni «hanno accelerato la volatilità perché non amano l’incertezza». Il quadro, sottolinea però Padoan, non è influenzato solo da questioni italiane, come spesso si tende a dimenticare in un’ot- tica tutta concentrata su casa nostra: «Oggi - spiega - siamo entrati in un nuovo regime di tassi di interesse», ma a spiegare il cambio di passo non è lo spread italiano tornato a riaccendersi: la ragione è più complessiva, e nasce dagli «annunci del presidente eletto degli Stati Uniti di una politica espansiva, dell’uscita da una fase di tassi zero» che i mercati mostrano di «aver preso sul serio».
Su Monte Paschi, la conferma che le fiches sono ufficialmente puntate tutte sul piano Jp Morgan - Mediobanca arriva da Fabrizio Pagani, che a Via XX Settembre ha il ruolo di capo della segreteria tecnica di Padoan. Le condizioni offerte ora ai titolari dei bond di Rocca Salimbeni, sostiene Pagani, sono «sicura- mente molto più appetibili di quelle che si materializzerebbero in caso di mancata esecuzione del piano». I primi passi dell’offerta di conversione, sostiene Pagani, indicano che «gli investitori stanno dimostrando interesse per l’operazione » , che il management di Siena ha promosso in una serie di incontri con la comunità finanziaria internazionale e oggi con ogni probabilità sottoporrà a una prima valutazione nel consiglio di amministrazione.
La conversione è una prima tappa cruciale per l’intera operazione, e a Via XX Settembre si sottolinea la «fiducia» sul successo dei passaggi successivi, dalla pulizia degli Npl all’aumento di capitale. Perché nell’operazione tutto si tiene, ovviamente, ma la maratona è ancora lunga.
IL CASO MPS Pagani (Mef): «I primi passi dell’offerta di conversione indicano che gli investitori stanno dimostrando interesse per l’operazione»