Delitto Caccia, il Pm: «Schirripa resti in carcere»
pN on ha potuto mettere neanche un piede fuori dal carcere milanese di Opera, Rocco Schirripa, il 64enne accusato di essere uno degli esecutori dell’omicidio del 1983 del procuratore di Torino Bruno Caccia e al centro di un “pasticcio” giudiziario nato per via di una svista: scarcerato dalla Corte d’Assise di Milano Schirripa è stato in contemporanea fermato da quella stessa Procura che, causa un proprio errore, era stata costretta a chiedere la revoca della misura cautelare. Una svista che ha portato la Dda a non accorgersi che una precedente indagine a carico del presunto assassino era già stata archiviata ed ad avviare una nuova i nchiesta senza riaprire quella vecchia, generando così un «vizio di forma irrimediabile». Tanto da spingere anche l’Ispettorato del ministero della Giustizia, su richiesta del ministro Andrea Orlando, ad avviare accertamenti preliminari in merito all’iter procedurale e alle misure adottate nei confronti di Schirripa. Si è trattato di un errore a cui gli inquirenti, dopo aver chiesto sabato scorso la scarcerazione dell’uomo, hanno voluto porre rimedio nel giro di poche ore, ma che in ogni caso oggi porterà a chiudere il processo, iniziato quasi cinque mesi fa, nel quale il presunto killer, arrestato circa un anno fa, è ancora formalmente imputato.