La presidente sudcoreana Park «disposta alle dimissioni»
Lascerà appena il Parlamento avrà pronta la transizione
pPer la prima volta da quando la Corea del Sud tornò alla democrazia nel 1987 un Capo dello Stato non finirà il suo mandato alla scadenza naturale. Per la prima volta una presidente donna si avvia alle dimissioni nella vergogna a causa di un grave scandalo politico causato da un’altra donna, sua amica di lunga data.
La presidente sudcoreana Park Geun-hye, in un discorso teletrasmesso alla nazione, si è detta disposta a dimettersi una volta che l’Assemblea Nazionale avrà predisposto una transizione che non crei vuoti di potere. «Lascio al parlamento la decisione sul mio futuro», ha detto. Lo scandalo che sta montando da oltre un mese è incentrato sulla figura di Choi Soon-sil, amica di lunga data della Park e considerata una specie di sciamana con grande influenza personale su di lei (tanto da esser stata soprannominata “la presidente-ombra”). È la figlia di un controverso santone religioso che divenne confidente della Park fin da quando, 22enne, sua madre venne assassinata da un commando nordcoreano (il padre, il dittatore Park Chunghee, scampò all’agguato ma venne ucciso 5 anni dopo).
Finita in carcere, la Choi è accusata di aver estorto denaro a grandi aziende per due sue fondazioni e di aver interferito nelle attività di governo: per l’opinione pubblica, è una sorta di Rasputin, i cui intrighi politico-finanziari appaiono del tutto intollerabili. La popolarità della Park è scesa al minimo assoluto del 4%: i coreani si sentono “traditi” da lei, che aveva vinto le elezioni presentandosi come la “mamma della nazione”, la cui mancanza di figli avrebbe assicurato disinteresse personale, ovvero una specie di assicurazione contro il ripetersi di scandali politici spesso associati ai familiari delle più alte cariche istituzionali.
L’annuncio di ieri – in cui la Park è tornata anche a negare ogni interesse personale nell’attività di governo - è arrivato un po’ a sorpresa, visto che fino a lunedì molti pensavano che la presidente intendesse as- serragliarsi nella Blue House come in un bunker. Ma la situazione era ormai precipitata. Dopo l’arresto di alcuni esponenti dello staff presidenziale, la magistratura ha dichiarato di ritenere la Park in “collusione” con i reati per cui la Choi è stata incriminata. I tentativi di proporre un nuovo premier e un nuovo ministro delle Finanze sono andati a vuoto, mentre da ultimo il ministro della Giustizia si è dimesso. Soprattutto, però, si stava profilando una mozione di impeachment già per il prossimo venerdì, con buone possibilità di passare in quanto una quarantina di parlamentari del partito Saenuri si è orientata a votare con l’opposizione. Non a caso lo schieramento avverso alla Park sospetta che il suo scopo sia quello di guadagnare tempo, se non altro in vista di una soluzione che le consenta di uscire di scena evitando il marchio d’infamia. Gli organizzatori delle manifestazioni degli ultimi 4 sabati che hanno portato nelle strade e piazza di Seul fino a oltre un milione di persone alla volta hanno confermato una nuova dimostrazione di massa il prossimo sabato, per chiedere dimissioni immediate. Gli esperti politici prevedono che occorreranno alcuni mesi prima che la situazione si chiarisca. Comunque meglio – secondo gli analisti finanziari – di una esasperante agonia governativa fino al febbraio 2018, tanto più in considerazione del momento molto delicato che vive l’economia del Paese.
I FATTI Il suo destino è stato segnato dall’amicizia con Choi, una sorta di sciamana accusata di estorsione dalla quale si fa influenzare