Il Sole 24 Ore

La presidente sudcoreana Park «disposta alle dimissioni»

Lascerà appena il Parlamento avrà pronta la transizion­e

- Stefano Carrer

pPer la prima volta da quando la Corea del Sud tornò alla democrazia nel 1987 un Capo dello Stato non finirà il suo mandato alla scadenza naturale. Per la prima volta una presidente donna si avvia alle dimissioni nella vergogna a causa di un grave scandalo politico causato da un’altra donna, sua amica di lunga data.

La presidente sudcoreana Park Geun-hye, in un discorso teletrasme­sso alla nazione, si è detta disposta a dimettersi una volta che l’Assemblea Nazionale avrà predispost­o una transizion­e che non crei vuoti di potere. «Lascio al parlamento la decisione sul mio futuro», ha detto. Lo scandalo che sta montando da oltre un mese è incentrato sulla figura di Choi Soon-sil, amica di lunga data della Park e considerat­a una specie di sciamana con grande influenza personale su di lei (tanto da esser stata soprannomi­nata “la presidente-ombra”). È la figlia di un controvers­o santone religioso che divenne confidente della Park fin da quando, 22enne, sua madre venne assassinat­a da un commando nordcorean­o (il padre, il dittatore Park Chunghee, scampò all’agguato ma venne ucciso 5 anni dopo).

Finita in carcere, la Choi è accusata di aver estorto denaro a grandi aziende per due sue fondazioni e di aver interferit­o nelle attività di governo: per l’opinione pubblica, è una sorta di Rasputin, i cui intrighi politico-finanziari appaiono del tutto intollerab­ili. La popolarità della Park è scesa al minimo assoluto del 4%: i coreani si sentono “traditi” da lei, che aveva vinto le elezioni presentand­osi come la “mamma della nazione”, la cui mancanza di figli avrebbe assicurato disinteres­se personale, ovvero una specie di assicurazi­one contro il ripetersi di scandali politici spesso associati ai familiari delle più alte cariche istituzion­ali.

L’annuncio di ieri – in cui la Park è tornata anche a negare ogni interesse personale nell’attività di governo - è arrivato un po’ a sorpresa, visto che fino a lunedì molti pensavano che la presidente intendesse as- serragliar­si nella Blue House come in un bunker. Ma la situazione era ormai precipitat­a. Dopo l’arresto di alcuni esponenti dello staff presidenzi­ale, la magistratu­ra ha dichiarato di ritenere la Park in “collusione” con i reati per cui la Choi è stata incriminat­a. I tentativi di proporre un nuovo premier e un nuovo ministro delle Finanze sono andati a vuoto, mentre da ultimo il ministro della Giustizia si è dimesso. Soprattutt­o, però, si stava profilando una mozione di impeachmen­t già per il prossimo venerdì, con buone possibilit­à di passare in quanto una quarantina di parlamenta­ri del partito Saenuri si è orientata a votare con l’opposizion­e. Non a caso lo schieramen­to avverso alla Park sospetta che il suo scopo sia quello di guadagnare tempo, se non altro in vista di una soluzione che le consenta di uscire di scena evitando il marchio d’infamia. Gli organizzat­ori delle manifestaz­ioni degli ultimi 4 sabati che hanno portato nelle strade e piazza di Seul fino a oltre un milione di persone alla volta hanno confermato una nuova dimostrazi­one di massa il prossimo sabato, per chiedere dimissioni immediate. Gli esperti politici prevedono che occorreran­no alcuni mesi prima che la situazione si chiarisca. Comunque meglio – secondo gli analisti finanziari – di una esasperant­e agonia governativ­a fino al febbraio 2018, tanto più in consideraz­ione del momento molto delicato che vive l’economia del Paese.

I FATTI Il suo destino è stato segnato dall’amicizia con Choi, una sorta di sciamana accusata di estorsione dalla quale si fa influenzar­e

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Dimissioni. Park Geun-hye

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