Per Falck utile triplicato e crescita in Nord Europa
Le linee guida del piano al 2021
Il gruppo Falck Renewables ha presentato ieri le nuove linee guida al 2021 e il mercato ha accolto il business plan spingendo al rialzo le azioni: il titolo ha chiuso la seduta in progresso del 3,63% a 0,7415 euro.
Quanto ai contenuti del piano strategico, l’azienda punta a crescere nel Nord Europa, focalizzandosi nell’eolico onshore e nel fotovoltaico, con un incremento della capacità installata da 822 megawatt a 1.300 megawatt nel 2021. Secondo quanto stimato nel nuovo piano industriale 2017-2021 il gruppo dovrebbe arrivare a registrare un ebitda di 201 milioni di euro, con una crescita media annua dell’11% e un utile netto triplicato a circa 45 milioni.
Il gruppo di Sesto San Giovanni, nel corso del piano, prevede investimenti cumulati per 702 milioni, finanziati dal cash flow, dal debito delle società progetto e da linee di credito corporate. Il rapporto indebitamento netto/ebitda è stimato inferiore a cinque volte per l’intero orizzonte del progetto industriale e l’indebitamento finanziario netto è visto in aumento dai 618 milioni previsti nel 2016 a 941 milioni nel 2021. tutti denari che serviranno per finanziare la crescita. Il gruppo Falck Renewables conta quindi di espandersi nella parte nord dell’Europa, di avviare l’attività in Nord America e capitalizzare il posizionamento raggiunto nel Regno Unito e in Italia.
In ragione di tutto ciò, il gruppo Falck Renewables stima una crescita annua dell’8,5% del dividendo per azione dal 2016 al 2019. La cedola aumenterà da 4,9 centesimi di euro ( che verranno pagati nel 2017) a circa 6,3 centesimi di euro che verranno pagati nel 2020. Dal 2021 il gruppo valuterà una nuova politica dei dividendi, essenzialmente basata su una percentuale del risultato netto. La proposta di dividendo 2016 di 4,9 centesimi «non sarà influenzata dal risultato netto dell’anno - assicura la società - che è atteso essere impattato negativamente da costi e accantonamenti una tantum, relativi al contenzioso con l’Agenzia delle entrate e altre potenziali misure per i costi di riorganizzazione relativi al piano industriale. L’utile netto 2016 è stimato a 13 milioni di euro prima dei costi e accantonamenti una tantum».