Lme, la frenata cinese blocca la corsa dei prezzi dei non ferrosi industriali
Le prospettive dell’intero settore restano favorevoli Torna la calma su zinco, piombo e rame
pDopo da parte dei cinesi a causa di tentativi più aggressivi delle autorità le frenare le bolle rialziste con l’aumento dei cosiddetti margini e con limiti sugli scambi, mentre circolavano voci di chiusura delle sessioni di borsa della tarda notte. Tutto ciò non era stato sufficiente a impedire i forti aumenti avvenuti soprattutto nel settore molto trattato dei ferrosi che sono proseguiti lunedì, sia pur seguiti dai ribassi di ieri.
Intanto l’umore dei cinesi dovrebbe essere migliorato, come tra l’altro comunicato ieri dalla Goldman Sachs che in una nota, riferendosi ai loro incontri con i clienti in Cina durante le ultime due settimane, afferma che certi operatori starebbero aspettando una correzione all’ingiù dei prezzi prima di posizionarsi in acquisto a termine, mentre altri sarebbero direttamente rialzisti puntando a 6-7mila $ per il rame.
Alcuni analisti sarebbero però più cauti, perché mentre le importazioni cinesi di rame raffinato in ottobre sono scese del 45% da un anno, gli impianti locali hanno nel frattempo continuato a importare minerali concentrati sino a spingere la raffinazione a nuovi massimi, con un +8% annuo nei primi 10 mesi. E ciò potrebbe portare sul lungo termine a un’ulteriore minor dipendenza della Cina dalle importazioni di catodi. Ma sono considerazioni premature che non incidono quando la tendenza rialzista è guidata da fattori più immediati.