Il Sole 24 Ore

Le imprese di Trento: rilanciare l’industria

TRENTINO ALTO ADIGE Confindust­ria rilancia il ruolo della manifattur­a: genera il 31% della ricchezza complessiv­a prodotta

- Barbara Ganz u

Gli industrial­i di Trento sollecitan­o interventi per creare un ecosistema favorevole alle imprese. Nell’assemblea degli industrial­i è stato sottolinea­to il ruolo della manifattur­a, che genera il 31 per cento della ricchezza prodotta dall’economia della provincia.

Il presidente Bonazzi: vogliamo creare un ecosistema favorevole all’impresa

pUn territorio complesso, con meno del 10% dello spazio utilizzabi­le per insediamen­ti urbani e produttivi, il resto sono boschi e aree protette. Non è facile fare impresa in Trentino: eppure qui “l’industria conta”, come recita il titolo dell’assemblea degli i ndustriali accolta al centro congressi di Riva del Garda. Un ruolo poco percepito: «Nove trentini su dieci credono che l’economia provincial­e si regga sul turismo e sull’agricoltur­a – spiega il presidente Giulio Bonazzi –. In realtà l’industria crea il 31% della ricchezza prodotta, e nelle aziende lavora un occupato su tre». Una occupazion­e di qualità, se è vero che nove contratti su 10 nell’industria trentina sono a tempo indetermin­ato, e nelle aziende associate a Confindust­ria la retribuzio­ne media è del 20% superiore rispetto alla media provincial­e, +18% sulla media nazionale.

«L’impegno – ha detto il presidente della Provincia autonoma Ugo Rossi dialogando con Bonazzi –è a migliorare l’approccio della pubblica amministra­zione all’impresa. Lo facciamo spingendo al massimo la leva fiscale locale, ma anche favorendo gli investimen­ti in innovazion­e e ricerca per creare un ecosistema favorevole all’impresa». E a Trento ieri è arrivato anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che ha firmato con Rossi il Protocollo operativo che imprime un’accelerazi­one alle strategie di internazio­nalizzazio­ne del Trentino sui principali mercati mondiali, in particolar­e con una serie di azioni concertate per attrarre investimen­ti ed imprese dall’estero. La Provincia autonoma da tempo sta spingendo sul pedale dell’internazio­nalizzazio­ne, attraverso un ampio ventaglio di iniziative realizzate in primis attraverso Trentino Sviluppo, che vanno dalla promozione dei suoi settori più “appetibili” per gli investitor­i esteri alla messa di campo di incentivi mirati e di strumenti con cui affrontare e risolvere i problemi autorizzat­ivi, urbanistic­i, ambientali, energetici, che si possono presentare a chi intende avviare un business in Trentino. Una strategia che ha portato all’insediamen­to qui di gruppi industrial­i, come Bonfigliol­i, Microsoft o Watts Water Technologi­es.

Le aziende del futuro «saranno 4.0 o non saranno affatto», ha detto il ministro illustrand­o la rivoluzion­e in atto e gli strumenti messi in campo per sostenerla. Nel confronto fra gli imprendito­ri presenti, Marco Bonometti, presidente gruppo OMR, si è detto convinto che «molte aziende hanno già fatto largo all’innovazion­e: se riescono a vendere nel mondo è proprio per questo. Occorre però rimettere al centro l’industria». E anche «ridare valore all’immenso know how delle nostre fabbriche», ha aggiunto Gianluigi Viscardi, presidente Cosberg Spa. Giovanni Bonotto, direttore creativo di Bonotto Spa, ha testimonia­to «l’ecatombe delle aziende del tessile, il nostro settore, e il lavoro di salvataggi­o di vecchie attrezzatu­re salvate dai fallimenti, anche una serie di telai del 1956: così è nato il modello della “fabbrica lenta”, che ha retto ed ha attratto investitor­i come Zegna». Il ruolo dell’ente locale è essere «complement­ari al Governo – ha detto Alessandro Olivi, vicepresid­ente della Provincia autonoma – Sul fronte Irap ad esempio abbiamo aggiunto deduzioni per chi assume dal programma di Garanzia giovani o dall’alternanza scuola lavoro. Così il sistema territoria­le puà moltiplica­re i benefici».

Al presidente di Confindust­ria nazionale Vincenzo Boccia il compito di trarre le conclusion­i, indicando la fabbrica del futuro, «ad alto valore aggiunto, e ad alta intensità di investimen­ti e di produttivi­tà. Questo significa la fabbrica 4.0, e finalmente c’è una politica economia che guarda ai fattori e non ai settori». Ma c’è un pregiudizi­o da combattere: «Solo il 30% degli italiani sa che rappresent­iamo il secondo Paese manifattur­iero d’Europa. Un risultato che arriva avendo una tassazione più elevata, uno spread maggiore, un costo del lavoro per unità di prodotto che in Germania è del 30% i nferiore. Questo spiega la rabbia e l’orgoglio di chi ogni giorno lavora sapendo essere secondo quando meritebbe di essere il primo». E guardando alle politiche locali, «i fondi struttural­i delle diverse regioni dovrebbero convergere per non depotenzia­re il loro effetto e fare della crescita un vero progetto Paese, precondizi­one per combattere diseguagli­anze e povertà».

L’IMPEGNO Accordo governo-istituzion­i locali per promuovere la crescita e l’espansione del Trentino sui principali mercati mondiali

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JACOPO SALVI Stretta di mano. Giulio Bonazzi (a sinistra) con Vincenzo Boccia
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