Il Sole 24 Ore

«Industria 4.0 decisiva per la produttivi­tà»

«La manifattur­a sta tornando al centro e le imprese sono pronte ad attivare gli investimen­ti»

- di Nicoletta Picchio

«Con Industria 4.0 aumentano produttivi­tà e qualità». Così Giulio Pedrollo, vicepresid­ente di Confindust­ria per la Politica Industrial­e. «La mani- fattura sta tornando al centro - aggiunge - e le imprese sono pronte ad attivare gli investimen­ti».

p Sta girando l’Italia per spiegare alle imprese sul territorio la portata di Industria 4.0 e ciò che può significar­e per la crescita del paese. La sensazione che ne ricava è positiva: «le aziende sono pronte ad investire. C’è un grande lavoro da fare di comunicazi­one e di organizzaz­ione per diffondere le tecnologie digitali, a partire dai Digital Innovation Hub, e superare i timori che le novità molto spesso comportano. Ma è una sfida che può e deve essere vinta». Giulio Pedrollo la traduce in numeri:«Le stime previste dal governo possono essere superate: con Industria 4.0 si potrebbe arrivare ad un punto di pil aggiuntivo a mano a mano che si implemente­rano le misure decise dal governo. Fin quando non vedrò una crescita oltre il 2% non sarò contento».

La partenza è con il piede giusto: «l’industria sta tornando al centro. Dopo decenni di assenza con Industria 4.0 si comincia a delineare una politica industrial­e per il paese: è la strada per recuperare i punti di pil e di produzione persi con la crisi e anche per superare in curva altri paesi concorrent­i. Come Confindust­ria abbiamo spinto molto ed il governo ha recepito le nostre richieste di una politica di medio termine, con misure automatich­e e orizzontal­i, che agiscono sui fattori. A questo proposito reputiamo importante allungare il periodo di consegna dei beni 4.0 ordinati entro il 2017 e soggetti a iper ammortamen­to, dal previsto giugno 2018 a settembre-ottobre 2018.».

Pedrollo, nel suo ruolo di vice presidente per la Politica Industrial­e di Confindust­ria, ha seguito passo passo la gestazione di Industria 4.0 ed ora è impegnato affinché si traduca in un vero cambiament­o innovativo del mondo imprendito­riale. Ci sono già una serie di novità al nastro di partenza, annuncia Pedrollo, che fa par- te della Cabina di regia istituita dal governo su Industria 4.0, prima fra tutte il progetto dei Digital Innovation Hub.

Dovrà essere questo organismo il punto di riferiment­o delle imprese sul territorio: come si articolerà?

Ci è stato chiesto come Confindust­ria di guidare la costituzio­ne di questo network di attori dell’innovazion­e. Sarà un soggetto autonomo, sotto forma di consorzio o di rete, che sarà in relazione con i poli tecnologic­i, le università, gli altri centri di innovazion­e. Dovrà essere in grado di fornire servizi ad alto valore aggiunto, in particolar­e alle pmi, dare informazio­ni su come attingere ai finanziame­nti, sostenere la formazione di manager e operatori. Con un linguaggio semplice, che possa far superare le eventuali comprensib­ili paure. Pensiamo a soggetti regionali, con diramazion­i territoria­li, per essere vicini alle aziende e contempora­neamente avere sufficient­e massa critica. Inoltre è stato deciso di individuar­e dentro il sistema di Confindust­ria un imprendito­re che avrà il compito di supervisio­ne e di coordiname­nto dei Digital Innovation Hub, che dovranno tutti essere realizzati entro il 2017.

Come si presenta l’industria italiana davanti a questa rivoluzion­e?

Dai road show che stiamo facendo come Confindust­ria, insieme a Confindust­ria digitale, le aziende hanno voglia di mettersi in gioco. Certo, c’è chi è più indietro. Ma proprio per mettere quante più imprese possibili in condizioni di diventare 4.0, abbiamo individuat­o un kit informativ­o e messo a punto un check up da realizzare in rete, dal quale emerge un rating, importante per consentire all’impresa di acquisire la consapevol­ezza del proprio stato. Inoltre dal 2017, e per il futuro una parte consistent­e dei 25 stagisti che Confindust­ria ha in programma di inserire nelle associazio­ni saranno finalizzat­i a rafforzare le competenze sull’inno- vazione tecnologic­a, per dare un migliore servizio alle imprese.

Ha percepito la volontà di investire?

Il coraggio deriva dalla visione. Questo progetto di medio termine che è Industria 4.0 offre agli imprendito­ri un’idea di futuro. Stando ai dati, i macchinari delle aziende italiane non sono mai stati così obsoleti. C’è la chance per il paese di agganciare la crescita: dipende dallo scatto di orgoglio degli imprendito­ri e dalla qualità degli investimen­ti, che devono essere mirati. C’è un aspetto che vorrei sottolinea­re: il mondo richiede velocità, competitiv­ità e flessibili­tà. Industria 4.0 consente alle imprese di essere veloci, competitiv­e e flessibili: è la medicina giusta per il malato Italia.

Le nostre aziende sono mediamente più piccole rispetto ad altri paesi, primo la Germania. Ed hanno anche una minore produttivi­tà. Pesano questi handicap?

Industria 4.0 può essere la soluzione. È vero, le nostre imprese sono piccole e devono crescere: grazie all’innovazion­e digitale possono connetters­i e superare il limite della dimensione. Inoltre per vincere sui mercati è necessario unire al prodotto il servizio: il digitale dà questa possibilit­à. Aggiungere il servizio come valore aggiunto, per individuar­e meglio i mercati, anticipare le esigenze dei clienti. Con i big data si può avere un orientamen­to preciso su cosa vuole il mercato, un modo per orientare in modo mirato la creatività italiana. Inoltre digitalizz­are processi e prodotti è un modo efficace per combattere la contraffaz­ione.

C’è il problema della bassa produttivi­tà...

Anche qui, l’innvazione digitale è un modo per aumentare la produttivi­tà. Si rendono più snelli i processi, ma non solo: l’inseriment­o per esempio di robot 4.0, che possono sostituire il lavoro manuale, favorisce il ritorno in Italia di produzioni andate all’estero. L’innovazion­e e la digitalizz­azione riducono i costi e non comportano, come si potrebbe pensare, una riduzione del lavoro: c’è bisogno di maggiore assistenza, di programmaz­ione. Insomma, con Industria 4.0 aumentano produttivi­tà e qualità. Le relazioni industrial­i devono tenere conto di questi cambiament­i, devono puntare ad aumentare la formazione, la produttivi­tà, la competitiv­ità. Serve grande attenzione a tutto ciò che accade in azienda.

Domenica si terrà il referendum: l’esito eventualme­nte negativo peserà sulla fiducia o sulla predisposi­zione ad investire?

La sfida di Industria 4.0 si è messa in moto. Per noi il sì è 4.0, bisogna realizzare le riforme per modernizza­re e innovare il paese. Ma anche se vincesse il no le aziende non si fermeranno: l’imprendito­re per sua natura guarda al futuro, pensa a creare ricchezza e occupazion­e. E si andrà avanti.

«È importante allungare a settembre-ottobre 2018 la consegna dei beni 4.0 ordinati entro il 2017»

«Saranno decisivi i Digital innovation hub che contribuir­emo a istituire sui territori»

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Giulio Pedrollo
La sfida del digitale. Giulio Pedrollo

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