Il Sole 24 Ore

Mps al rush finale con il Qatar L’accordo atteso entro lunedì

Si tratta sulle condizioni, peserà l’esito del referendum

- Marco Ferrando Carlo Festa

R ush finale dei negoziati per trovare un pre-accordo tra Mps e il fondo sovrano del Qatar, Qia, che potrebbe essere raggiunto tra il week end o al più tardi, secondo quanto si apprende, lunedì. Se l’intesa verrà i ndividuata, dovrebbe essere comunque soggetta a una serie di condizioni: tra le quali avrà probabilme­nte anche un peso l’esito del referendum costituzio­nale di domenica, con tutti gli effetti finanziari correlati soprattutt­o sul sistema bancario italiano.

Era stato il cfo Francesco Mele, l’altro ieri durante una call con gli investitor­i, a parlare di un accordo imminente con un importante azionista. Ora il manager, insieme all’amministra­tore delegato Marco Morelli e alle banche del consorzio di garanzia, starebbe negoziando in maniera serrata l’intesa preliminar­e con gli arabi. Al lavoro ci sarebbero gli emissari del fondo di Doha con i banker di Rothschild, advisor dell’operazione. L’obiettivo del pre-accordo è quello di avere da parte del fondo sovrano del Golfo Persico un impegno di almeno un miliardo di euro, cioè un quinto dell’iniezione necessaria per salvare Siena con un’operazione di mercato.

Le trattative con il Qatar sarebbero state facilitate anche dall’intervento di Jp Morgan, dove sull’operazione sarebbe al lavoro l’ex-ministro Vittorio Grilli, e soprattutt­o ci sarebbe stata la sponda del Governo italiano: il piccolo ma ricchissim­o Stato del Golfo Persico ha già importanti interessi in Italia nel settore del turismo e dei trasporti.

Tramite Qatar Airways ha già rilevato infatti il 49% di Meridiana , ma soprattutt­o la Qatar Investment Authority è proprietar­ia della Costa Smeralda (rilevata dalla Colony Capital di Tom Barrack nel 2012) dove è previsto un importante piano di investimen­ti.

Inoltre lo stesso braccio finanziari­o di Doha ha stretto qualche tempo fa un accordo con l’italiana Cassa Depositi e Prestiti per co-investire sul Made in Italy. C’è poi da dire che gli stessi reali del Qatar hanno una relazione molto stretta con l’Italia dove, tramite il veicolo personale della famiglia cioè Mayhoola, hanno comprato marchi della moda come Valentino e Pal Zileri.

Un investimen­to su Mps, benché di rilevanti dimensioni, potrebbe dunque essere importante per stringere ulteriori sinergie e relazioni tra i due Paesi. Ma il condiziona­le è d’obbligo sulla vicenda: questi pochi giorni di negoziati saranno cruciali per capire se il Qatar investirà e in quale misura potrà farlo.

Senza dimenticar­e che l’ingresso del Qatar, se davvero ci sarà, potrebbe facilitare successiva­mente a ruota l’investimen­to di altri gruppi come gli americani Soros e Paulson&Co, al quale il dossier è stato presentato con un gettone di presenza tra i 150 e i 200 milioni, ma con i quali i negoziati sarebbero ancora abbastanza aperti.

Sulla vicenda vige il più stretto e riservato «no comment» da parte dei soggetti coinvolti, ma sta di fatto che una variabile determinan­te sarà il referendum e soprattutt­o le conseguenz­e sul governo, con cui il Qatar avrebbe trattato le contropart­ite all’investimen­to. Se l’accordo verrà firmato lunedì si terrà conto dell’esito del voto, se dovesse essere anticipato al fine settimana - come auspica la banca insieme ai suoi advisor - dovrebbe presentare una serie di condizioni a tutela dell’investimen­to: così come la garanzia da parte del consorzio guidato da Jp Morgan e Mediobanca, anche l’intervento del Qatar nei fatti sarebbe destinato a saltare qualora il contesto di mercato fosse ritenuto non agevole.

Ieri, mentre il titolo ha chiuso la seconda seduta consecutiv­a in rialzo (+5,68%), se ne sarebbe fatto un cenno nel cda della banca, che si è riunito alle 17 con il ceo Marco Morelli collegato da New York, dove è tornato per un nuovo round di incontri. Il board ha fatto il punto sulla conversion­e dei bond (il mood è moderatame­nte positivo, anche se elementi più certi si avranno non prima di domani) e in particolar­e sul capitolo Fresh 2008: il titolo da un miliardo, che però anche in caso di conversion­e integrale contribuir­ebbe solo per 300 milioni all’aumento, «presenta vincoli piuttosto stringenti» alla conversion­e, secondo quanto ha detto ieri il cfo Mele in un’altra call con gli investitor­i. Dopo il passaggio in consiglio, ieri non si escludeva una comunicazi­one ufficiale notturna.

Lo stipendio del ceo

Sempre ieri, si è appreso che il ceo Morelli devolverà metà del suo emolumento a MpSolidale, il fondo interno di solidariet­à tra colleghi creato d’intesa con i sindacati a gennaio del 2016. La decisione di Morelli, la cui indennità annua lorda come ad era stata fissata in circa 400mila euro sarebbe già stata comunicata ai sindacati con i quali lo scorso 20 settembre si era detto d’accordo per un contenimen­to degli stipendi dei manager, a partire dal suo.

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