Il Sole 24 Ore

Fondi pensione, incentivi sui bond

Esenzione sugli investimen­ti in economia reale di fondi e Casse pr ivatizzate

- Davide Colombo

pArriverà con il passaggio in Senato l’emendament­o al ddl di Bilancio 2017 che riconosce l’esenzione sugli investimen­ti in economia reale di fondi pensione e Casse privatizza­te non solo nel caso di acquisto di azioni (o quote di imprese) e di quote in fondi comuni di investimen­to (Oicr) ma anche di titoli obbligazio­nari. Lo confermano fonti governativ­e secondo lo schema già anticipato (si veda Il Sole 24Ore del 13 novembre): l’incentivo scatterà per investimen­ti in economia nazionale fino a una quota massima del 5% degli attivi patrimonia­li di fondi e Casse per un periodo non inferiore ai cinque anni. Nel caso venissero sottoscrit­ti titoli con duration più breve è previsto un intervallo di 90 giorni per re-investire sui medesimi fino a superare la scadenza minima del quinquenni­o che fa scattare l’esenzione.

Se la misura incontrass­e un’adesione piena si potrebbero trasferire risorse finanziari­e per la crescita, le infrastrut­ture e gli asset legati allo sviluppo fino a circa 11 miliardi, tale è la quota degli attivi patrimonia­li di questi investitor­i istituzion­ali. Ma l’introduzio­ne delle obbligazio­ni potrebbe dischiuder­e l’ingresso di fondi e Casse anche alla sottoscriz­ione di bond bancari. Gli ultimissim­i dati Covip sulla previdenza complement­are del terzo trimestre riferiscon­o di un patrimonio accumulato di 146,4 miliardi (+4,5% rispetto alla fine del 2015) con rendimenti aggregati netti positivi per i fondi negoziali (+2,2%) e per i fondi aperti (+1,1%).

Come ha ricordato ieri il presidente della Covip, Mario Padula, intervenen­do all’evento organizzat­o a Roma da “Itinerari previdenzi­ali” di Alberto Barmbilla, il portafogli della Casse è perlopiù orientato sugli investimen­ti immobiliar­i, mentre quello dei fondi pensione è più concentrat­o sui titoli di Stato. Se gli investimen­ti della Casse sono in Italia per una percentual­e appena inferiore al 50%, i fondi pensione hanno investimen­ti domestici per circa un terzo degli attivi, dei quali i 3/4 sono in titoli di Stato.

La finestra di opportunit­à che si apre con l’esenzione sugli investimen­ti in economia reale è significat­iva, tanto più in una fase caratteriz­zata da tassi di interesse bassi o nulli: vale ricordare che attualment­e l’aliquota di tassazione sui rendimenti dei fondi pensione è al 20% mentre quella applicata alle Casse, che possono effettuare una gestione diretta, è al 26%; solo per gli investimen­ti in titoli di Stato l’aliquota è al 12,5%.

Come ha fatto notare ieri Edoardo Zaccardi, illustrand­o i risul- tati salienti del Report Investitor­i Istituzion­ali e della 6° Indagine Annuale di Itinerari Previdenzi­ali, «siamo in una situazione di bassi o nulli tassi d’interesse, prezzi delle obbligazio­ni e dei titoli di Stato ai massimi, mercati azionari volatili». E per i gestori degli ingenti patrimoni previdenzi­ali «risulta sempre più difficile mantenere le buone performanc­e realizzate negli ultimi dieci anni anche se i parametri obiettivo (inflazione, Pil e Tfr) sono ai minimi storici». Dove potrebbero orientarsi i gestori? «Probabilme­nte - ha spiegato Zaccardi - ci si indirizzer­à sempre più verso i cosiddetti investimen­ti alternativ­i (FIA), in particolar­e in valori reali quali energie rinnovabil­i e mobilità sostenibil­e (elettrica) per svincolarc­i dal fabbisogno petrolifer­o; ancora, infrastrut­ture, turismo ma anche welfare, withe economy, sanità».

IL QUADRO L’incentivo scatterà per investimen­ti in economia nazionale fino al 5% degli attivi e per un periodo non inferiore ai cinque anni

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