Istat: Pil in crescita dell’1%
A ottobre lieve calo del lavoro su settembre - Disoccupazione in discesa
pIl settore industriale e gli investimenti spingono il Pil che nel terzo trimestre dell’anno è cresciuto dell’1% su base annua, due decimali in più rispetto alle previsioni del Governo. Si tratta del dato migliore dal 2011. In calo, invece, di 30mila unità gli occupati a ottobre. -0,1% rispetto al mese precedente ma la disoccupazione è in calo di un decimale all’11,6 per cento.
pNel terzo trimestre dell’anno la crescita tendenziale dell’economia italiana ha toccato l’1%, due decimali in più rispetto alle previsioni governative contenute nella Nota di aggiornamento di fine settembre che fermano la variazione del Pil 2016 su un +0,8%. Con i dati sui conti economici trimestrali diffusi ieri da Istat anche la variazione acquisita per l’anno è migliore, visto che è ora allo 0,9%, un decimale in più rispetto alla stime preliminare del 15 novembre.
La variazione congiunturale del prodotto è confermata allo 0,3% ed è sospinta, sul fronte delle risorse, dal maggiore valore aggiunto del manifatturiero (+1,1% l’industria in senso stretto, che diventa +1,8% in termini tendenziali ), un dato in linea con le ultime variazioni della produzione industriale. Dato che potrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi, visto che a novembre è migliorata più del previsto l’attività del comparto, con un indice Pmi (responsabili acquisti) rilevato da Markit-Adaci che è salito a 52,2 punti da 50,9 di ottobre. Sul lato degli impieghi, invece, a sostenere la crescita in corso misurata dall’Istituto di statistica è il contributo degli investimenti fissi lordi (+0,8% trimestre su trimestre; +2,3% nel confronto annuo), trainati in particolare dalla forte crescita della spesa per mezzi di trasporto effettuata dalle imprese ormai da diversi mesi (siamo al +33,8% tendenziale).
Ieri Istat ha diffuso anche i dati provvisori sul mercato del lavoro del mese di ottobre con una stima degli occupati in lieve calo rispetto a settembre (-0,1%, pari a -30mila unità). Diminuiscono, in questo mese, i dipendenti a tempo indeterminato, mentre crescono quelli a termine e restano stabili gli indipendenti. Il tasso di occupazione è pari al 57,2%, in diminuzione di 0,1 punti rispetto a settembre. Lieve calo anche della stima dei disoccupati, che diminuisce (-1,2%, pari a -37mila), dopo l’aumento del 2,2% registrato nel mese precedente, con un tasso di disoccupazione ora pari all’11,6%, (-0,1% su base mensile). Alla luce di queste variazioni, su base annua si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+0,8% su ottobre 2015, pari a +174 mila). La crescita tendenziale è attribuibile ai lavoratori dipendenti (+194 mila, di cui +178 mila permanenti) e si manifesta sia per la componente maschile sia per quella femminile, concentrandosi principalmente tra gli over 50 (+376 mila). Nello stesso periodo calano gli inattivi (-2,2%, pari a -308 mila) e aumentano i disoccupati (+1,3%, pari a +38 mila). Sono numeri positivi, che il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha commentato su Twitter con queste parole: «L’economia cresce al ritmo più alto dal 2011 e crea lavoro. Direzione giusta, il cambiamento aiuta ad accelerare». Una comunicazione seguita a ruota da un tweet del premier, Matteo Renzi: «La crescita italiana raggiunge il +1%. Se il Paese si sblocca, faremo di più».
Tornando ai conti trimestrali, il +0,3% congiunturale dell’Italia nel periodo luglio-settembre va raffrontato con il +0,7% degli Stati Uniti, il +0,2% della Francia e della Germania e il +0,5% del Regno Unito. In termini tendenziali, invece, il nostro +1% segna ancora un distacco in negativo rispetto alle principali economie: +1,7% in Germania, +1,5% negli Stati Uniti, +1,1% in Francia e + 2,3% nel Regno Unito. Nel complesso, il Pil dei paesi dell’area euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,6% nel confronto con lo stesso trimestre del 2015.
Si diceva del maggior valore aggiunto registrato nell’industria nonostante la variazione congiunturale negativa delle costruzioni (-0,2%). Si tratta dell’incremento più forte , visto che l’apporto aggiuntivo del settore del servizi è dello 0,1% (+0,8% tendenziale) mentre quello dell’agricoltura ha registrato un calo di 1,5 punti (pur restando in positivo in termini tendenziali con un +1%). Guardando invece ancora alle componenti della domanda nei suoi aggregati principali, nel raffronto congiunturale c’è da registrare una crescita dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,8% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono aumentate dello 0,7% e le esportazioni dello 0,1%.
Il terzo trimestre ha avuto due giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2015: nelle revisioni sui tassi di crescita diffusi ieri oltre al tendenziale per l’anno (ora +1% rispetto al +0,9% di due settimane fa) c’è la correzione sulla variazione congiunturale del secondo trimestre: non più zero ma 0,1%.
RENZI E PADOAN Il premier: «Se il Paese si sblocca faremo di più». Il ministro: «L’economia cresce al ritmo più alto dal 2011 e crea lavoro»