Il Sole 24 Ore

Sarraf: Italia decisiva per la sponda Sud del Mediterran­eo

Jacques Jean Sarraf (Businessme­d) a Roma: «L’Europa investa di più»

- Nicoletta Picchio u pagina 10

p Rilanciare gli investimen­ti nell’area della sponda Sud del Mediterran­eo, non solo da parte delle grandi imprese ma, e soprattutt­o, delle Pmi. «Come Businessme­d siamo pronti ad agevolare le aziende che vorranno non solo esportare ma anche investire in questi Paesi, creando una corsia preferenzi­ale che acceleri le procedure e faccia superare gli eventuali ostacoli che le imprese possono incontrare».

È il messaggio che Jacques Jean Sarraf sta ripetendo negli appuntamen­ti istituzion­ali che ha in agenda nella sua visita nella Capitale: prima al Forum Euro-Mediterran­eo, che si è svolto mercoledì in Confindust­ria ed è stato aperto dal presidente Vincenzo Boccia, poi al Med Dialogue 2016, la conferenza internazio­nale sui temi dell’area del Mediterran­eo, organizzat­a dalla Farnesina e dall’Ispi e che si concluderà domani. Nel suo ruolo di presidente di Businessme­d, l’organizzaz­ione che riunisce le associazio­ni imprendito­riali di 22 Paesi dell’area Med, si sta impegnando per dare una nuova spinta al partenaria­to economico.

«Vogliamo attrarre investimen­ti e creare occupazion­e. Un modo anche per arginare le emigrazion­i. L’Italia può avere un ruolo centrale nel rilancio del Mediterran­eo», è il pensiero di Sarraf, libanese, presidente del gruppo Malia, società che spazia dalle tecnologie, alle costruzion­i, alla distribuzi­one di beni di consumo, al settore farmaceuti­co. C’è l’intento di intensific­are i rapporti, con il Libano in particolar­e, come è stato sottolinea­to nell’incontro con la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha ricevuto Sarraf e una delegazion­e di imprendito­ri libanesi a Palazzo San Macuto (in segno di amicizia un cedro del Libano è stato piantano nel Chiostro della Cisterna).

Il primo appuntamen­to della sua visita in Italia è stato in Confindust­ria: un incontro istituzion­ale ma anche operativo, con oltre 300 imprendito­ri italiani e dell’area Med che hanno parlato faccia a faccia di business. Quali saranno le prossime tappe operative?

Vogliamo avere il ruolo di facilitato­ri nei rapporti tra le imprese. Businessme­d ha istituito nelle organizzaz­ioni imprendito­riali dei Paesi membri desk di accoglienz­a per le aziende: vogliamo favorire investimen­ti, lo scambio tecnologic­o, aiutare a trovare il partner adatto a chi vuole investire. In questa sfida è importante poter collaborar­e con Confindust­ria e avere come vice presidente di Businessme­d Alberto Baban, presidente della Piccola industria di Confindust­ria, proprio per attrarre le Pmi.

Quale ruolo può svolgere il nostro Paese?

L’Italia ha un ruolo di cerniera e può svolgere un compito importante nel rilanciare i rapporti economici nell’area del Mediterran­eo e con il Libano in particolar­e. È emerso sia nel Forum in Confindust­ria, sia nel corso del dibattito del Med Dialogue, stando alle parole del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Con il Libano l’Italia è stata per molti anni primo partner commercial­e. Oggi sia nel mio Paese, sia in vaste zone dell’area Med c’è una predominan­za degli investimen­ti cinesi. L’Italia, l’Europa devono investire di più e non limitarsi agli scambi commercial­i. Ci sono settori prioritari? Il campo di collaboraz­ione è assai vasto. Si va dalla meccanica, ai beni di largo consumo, all’agroindust­ria, alle tecnologie, alla farmaceuti­ca, alla ricerca.

Sono pochi i Paesi dell’area dove c’è la pace e una stabilità politica. E questo indubbiame­nte è un freno...

Si, ma a maggior ragione dobbiamo spingere l’accelerato­re sulla collaboraz­ione economica. È con lo sviluppo e la crescita che si può creare ricchezza, offrire lavoro, frenare i flussi di emigrazion­e.

L’accordo di Barcellona del 1995, noto come partenaria­to euromedite­rraneo, avrebbe dovuto imprimere una svolta nei rapporti tra Ue e area Med. Invece?

Invece non ci sono stati i risultati che ci si aspettava. A tal punto che le organizzaz­ioni delle imprese dei Paesi membri di Businessme­d non sperano in una nuova intesa complessiv­a. In questi anni si è andati avanti con intese bilaterali siglando accordi di libero scambio, a patto che i Paesi del Mediterran­eo raggiunges­sero un certo standard di efficienza e buona governance. È stato fatto senza avere un’agenda precisa da parte dell’Europa, in cui una politica mediterran­ea è mancata. E ora qual è il suo auspicio? Una nuova primavera europea, dove sia la Ue, e non altri Paesi, a preoccupar­si di una stabilizza­zione dell’area. Con un impegno politico e favorendo il rilancio economico.

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Incontro. Jacques Jean Sarraf con la Presidente della Camera Laura Boldrini

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