Il Sole 24 Ore

Sale ancora il petrolio, Milano +1%

Piazza Affari oltre quota 17mila, unica positiva in Europa grazie a energetici (+4%) e bancari (+2,5%)

- Vito Lops @vitolops

pSiamo agli sgoccioli. Manca una sola seduta (quella odierna) prima di conoscere l’esito del referendum italiano. Intanto ieri Piazza Affari ha portato a casa un recupero dell’1% con l’indice Ftse Mib che ha superato quota 17mila punti. Un andamento in controtend­enza rispetto alla media delle Borse europee (-0,81%) frutto dello scatto dei titoli petrolifer­i (+4% l’indice settoriale delle materie prime) ma anche della buona performanc­e delle banche (+2,5%). Con il balzo di ieri Piazza Affari ha portato il guadagno delle ultime tre sedute al +5,5% e ha praticamen­te colmato il divario accusato nel mese di novembre rispetto ai listini vicini.

A questo punto, due le ipotesi. La prima è quella che vede gli investitor­i tutto sommato poco preoccupat­i sull’esito della consultazi­one popolare. La seconda - più probabile - è che i mercati abbiano scongiurat­o a livello previsiona­le l’ipotesi meno congegnale alla platea degli investitor­i: ovvero quella di un’ampia vittoria del fronte del no, tale da costringer­e il premier Matteo Renzi alle dimissioni. Sul punto è intervenut­a ieri anche l’agenzia di rating canadese Dbrs segnalando che «se il referendum sarà sconfitto con un margine molto ampio, allora saranno convocate elezioni anticipate, e questo aumenterà l'incertezza politica». Ma c’è anche una terza ipotesi, quelle delle ricopertur­e tecniche. Perché non è la prima volta che dopo un’iniziale fase di volatilità a ridosso di un voto, i mercati si quietino (chiudendo le posizioni al ribasso) a ridosso del momento effettivo della consultazi­one elettorale.

Quanto alla performanc­e di Piazza Affari c’è anche da dire che è stato anche influenzat­a dai titoli petrolifer­i, in grande spolvero dopo l'accordo raggiunto fra i Paesi Opec per ridurre la produzione di petrolio di 1,2 milioni di barili al giorno. Al +9% di mercoledì ha fatto seguito il +4% di ieri con il Brent a un soffio dai 54 dollari al barile, ai massimi da oltre un anno, e la qualità Wti oltre i 50,7 dollari. In due sedute il petrolio è salito di oltre 13 punti percentual­i.

Il mercato dei titoli di Stato è invece stato influenzat­o da nuove indiscrezi­oni sull’estensione del piano di quantitati­ve easing della Bce oltre l’attuale scadenza di marzo 2017. Lo riferiscon­o fonti qualificat­e, secondo cui anche alcuni dei più scettici all’interno del 7 Il petrolio Brent, scambiato alla Borsa merci di Londra, il London internatio­nal petroleum exchange, è il riferiment­o mondiale per il mercato del greggio - è il più venduto in Asia - e determina il 60% del prezzi sul mercato. Il prezzo è condiziona­to dai costi di trasporto. Il petrolio Wti (o West Texas Intermedia­te detto anche Texas light sweet), è quello americano, viene trasportat­o via oleodotto, ed è il parametro di riferiment­o per i contratti scambiati al Nymex (New York Mercantile Exchange). consiglio direttivo di Francofort­e hanno accettato l’inevitabil­ità dell’estensione del piano di acquisto asset oltre marzo, vista la debolezza di fondo dell'inflazione e gli accresciut­i rischi politici. Si sta però ancora discutendo sulle modalità di strutturar­e tale estensione. I lavori preparator­i delle commission­i si concentran­o su un’estensione di sei mesi del Qe mantenendo costante il ritmo degli acquisti a quello attuale, ovvero 80 miliardi al mese. Alcuni hanno indicato di preferire un’estensione con un volume più ridotto di acquisti, per evitare l’impression­e di un programma senza limiti. In questo clima il rendimento dei BTp a 10 anni è risalito di due punti base al 2% mentre lo spread con il Bund tedesco è rimasto stabile attorno ai 170 punti.

Sul mercato valutario da segnalare il nuovo scatto della sterlina nei confronti dell’euro (+1%). La divisa britannica è tornata sui massimi da metà settembre, dopo aver chiuso a novembre il miglior mese da gennaio 2009 con un apprezzame­nto del 5,5%. Dal minimi post-Brexit la sterlina ha recuperato quasi il 12% contro la moneta unica. Questo perché i mercati iniziano a puntare su uno scenario di “soft Brexit”. Soprattutt­o dopo che ieri il ministro per la Brexit. David Davis,ha riconosciu­to che Londra dovrà pagare all’Europa quote importanti, negli anni a venire, per poter partecipar­e al mercato interno.

Lontano dall’Europa si segnala il nuovo rialzo della Borsa di Shanghai (+0,7%). Il listino cinese ha chiuso il mese di novembre con un progresso del 6% misurato in valuta locale (lo yuan), performanc­e che migliora a +8% se convertita in euro. Il guadagno è in linea con quello dell'indice S&P500 (+8,3%).

BORSA ITALIANA Con il rialzo di ieri Milano ha portato il rialzo delle ultime tre sedute a +5,5% colmando il divario rispetto ai listini vicini

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy