Il Sole 24 Ore

Disoccupaz­ione giovanile al 36,4%, ai minimi dal 2012

- Claudio Tucci

pPrimi segnali di migliorame­nto per gli under25, con un tasso di disoccupaz­ione giovanile in frenata al 36,4% (un valore ancora elevatissi­mo - ma ai minimi da ottobre 2012 - in calo dello 0,4% sul mese e del 2,9% sull’anno). Per la fascia d’età “centrale” della popolazion­e, vale a dire tra i 30 e i 50 anni, la situazione resta piuttosto complicata: nei 12 mesi l’Istat ha registrato un crollo degli occupati di oltre 200mila unità, e un aumento della disoccupaz­ione, che sconta (purtroppo) gli effetti dei complicati processi di ristruttur­azione aziendale ancora in corso, specie nel settore industrial­e.

L’incremento marcato dell’occupazion­e, da ottobre 2015 a ottobre 2016, è segnato quasi interament­e dagli over50: i posti di lavoro in più sono 376mila (+5%), e qui a pesare è stato essenzialm­ente l’irrigidime­nto delle regole pensionist­iche messo in campo nel 2012 dal governo Monti.

Se si scende un po’ più nel dettaglio, la fotografia scattata ieri dall’Istat mostra un mercato del lavoro in chiaro-scuro: dall’insediamen­to dell’esecutivo Renzi (febbraio 2014) a ottobre scorso, il tasso di disoccupaz­ione giovanile è sceso di 6,6 punti percentual­i; si sono creati 571mila posti di lavoro in più (due terzi dei quali a tempo indetermin­ato) e il numero dei senza un impiego si è ridotto di 280mila unità (a ottobre si è tornati sotto la “barriera psicologic­a” dei tre milioni di disoccupat­i, fermando l’asticella a quota 2.989.000 per l’esattezza).

Sul fronte giovanile, restiamo comunque distanti dai principali paesi nostri competitor: con un tasso di disoccupaz­ione al 36,4% siamo ancora al terz’ultimo posto (peggio di noi solo Spagna, al 43,6%, e Grecia, al 46,5% - ultimo dato di agosto). E soprattutt­o rimaniamo staccati dai primi della classe, la Germania che può vantare un tasso di disoccupaz­ione tra gli under25 stabile al 6,9%, grazie al forte investimen­to sul sistema di formazione duale.

Tuttavia, la situazione italiana sta lentamente migliorand­o. L’occupazion­e giovanile, sull’anno, è cresciuta di 21mila unità: in parte hanno pesato gli incentivi all’assunzione a tempo indetermin­ato previsti nel 2015 e, ridotti, quest’anno (che hanno portato a qualche stabilizza­zione in più), ma un effetto positivo ha iniziato a darlo pure il programma Ue «Garanzia giovani» (il bonus occupazion­ale per inserire ragazzi Neet ha fatto registrare oltre 57mila richieste; un risultato lusinghier­o). E, più in generale, c’è stata una riattivazi­one dei nostri giovani.

Certo, la riduzione della po- polazione lavorativa ha inciso sul calo dei disoccupat­i (-60mila tra gli under25); e ci sono ancora troppi inattivi: sull’anno sono cresciuti di 11mila unità, un numero «tutto sommato modesto», ha spiegato l’economista del lavoro, Carlo Dell’Aringa, che testimonia «come non ci sia un forte scoraggiam­ento»).

Il nodo critico resta il “ceto medio” dell’occupazion­e: tra i 25-34 anni d’età la disoccupaz­ione, nel tendenzial­e, è in crescita del 2,9% e nella fascia d’età tra i 35-49 anni, dello 0,5 per cento. In difficoltà, anche, le donne: a ottobre i 30mila occupati in meno si sono registrati essenzialm­ente nella componente femminile (-24mila unità); un sali e scendi che va avanti da mesi e che dimostra la fragilità di questa componente “in rosa”, che si è rimette in cerca di un impiego, ma molto spesso lo ho trovato precario e temporaneo.

Sull’anno, l’occupazion­e stabile comunque si è difesa, merito del Jobs act e della decontribu­zione: i 174mila posti in più sono frutto di +178mila dipendenti permanenti, +16mila a termine e -20mila indipenden­ti (il lavoro autonomo continua purtroppo a soffrire le difficoltà del ciclo economico). Il numero di inattivi, sempre nel tendenzial­e, è diminuito di 308mila unità; una maggiore partecipaz­ione al mercato del lavoro che spiega, in parte, anche l’aumento nei 12 mesi del numero di disoccupat­i (+38mila persone). «I passi avanti degli under25 sono un fatto positivo - sottolinea Marco Leonardi, consiglier­e economico di palazzo Chigi -. Dobbiamo però concentrar­ci anche sui segmenti più in difficoltà, giovani over25 e disoccupat­i “senior”. Su queste platee si concentra la legge di Bilancio, con lo sgravio a favore dell’alternanza; e l’Anpal, con gli incentivi alle assunzioni stabili al Mezzogiorn­o, e con il rifinanzia­mento del bonus occupazion­ale di Garanzia giovani».

UNDER 25 SENZA LAVORO L’ Italia resta comunque distante dai nostri competitor Ue : terzultimo posto davanti a Grecia e Spagna, staccata dalla Germania al 6,9%

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy