Ora un doppio test: mobilitare innovazione vera e capitali esteri
Anche oggi una dose di Industria 4.0. Stavolta tocca ai nuovi contratti di sviluppo riservare un accesso privilegiato ai progetti coerenti con il piano governativo per l’industria digitale, come già avvenuto con gli iperammortamenti (sgravio fiscale) e la “Nuova Sabatini “(finanziamenti agevolati). Dopo diversi anni di contemplazione allo stato puro su questi temi, un fil rouge nel segno dell’innovazione tecnologica è un buon segnale a patto però che ai titoli trendy si associ sostanza e concretezza. Per questo, per i nuovi contratti di sviluppo come per tutte le altre iniziative promosse come Industry 4,0, sarà importante un filtro rigoroso di idee e proposte perché l’innovazione sia reale, addizionale e all’altezza della sfida. Non servono operazioni di maquillage e qualche giga di memoria in più ma riconversioni profonde dei processi di produzione.
Da questo punto di vista i nuovi contratti di sviluppo sono un test interessante vista la soglia elevata di investimento minimo (50 milioni per Industria 4.0 e i progetti prioritari, 20 milioni per tutti gli altri). È chiaro che non basterà (non dovrà bastare) ristrutturare in superficie un’unità produttiva.
Finalmente, dopo qualche annuncio anticipato già in estate, il Cipe ha sbloccato 916 milioni per far ripartire questo strumento e testarne ancora più in profondità la capacità di dare ossigeno a iniziative di imprese nazionali ma, anche, di attrarre investimenti stranieri. Nei numeri raggiunti finora infatti - 76 contratti finanziati,
IL NUOVO CORSO Sui grandi progetti la possibilità di far partire processi innovativi di fascia alta e intercettare nuovi investitori
agevolazioni concesse per 1,4 miliardi e investimenti attivati per 2,8 miliardi - c’è una buona dose di capitali esteri mobilitati. La confusa governance del passato sull’attrazione degli investimenti esteri dovrebbe essere definitivamente archiviata, a favore di una stagione più ordinata in cui l’Ice fa attività di promozione del nostro portafoglio e di scouting all’estero e Invitalia gestisce gli strumenti di agevolazione. Con l’obiettivo comune di attrarre ulteriori investimenti, meglio se altamente innovativi, meritevoli a parole ma anche nei fatti del bollino “Industria 4.0”.