Rosignano, Solvay rilancia
pSi scioglie il nodo dei costi energetici che aveva portato il gruppo Solvay a minacciare di andarsene, dopo 104 anni, dall'insediamento sul mare di Rosignano (Livorno), unica fabbrica italiana in cui si produce carbonato di sodio, con 600 addetti diretti e circa 300 milioni di fatturato.
Dopo un lavoro lungo e complicato, Governo e Regione Toscana hanno messo a punto le modalità per attutire l'impatto che l'azienda avrebbe avuto nel maggio 2017 con la fine degli incentivi Cip6, valutato in circa 60 milioni di euro di maggiori costi energetici (Solvay consuma tre milioni di tonnellate l'anno di vapore).
Si è arrivati così alla firma al ministero dello Sviluppo economico di un protocollo d'intesa che fissa gli impegni reciproci: la multinazionale belga investirà 75 milioni di euro nel parco industriale di Rosignano, aprendo le porte all'insediamento di nuove aziende tra cui il gruppo bergamasco Siad (Società italiana acetilene e derivati), produttore di gas tecnici, che metterà 40 milioni per realizzare un impianto che recupera l'anidride carbonica dalle emissioni Solvay. Nel complesso, dunque, si tratta di 115 milioni di investimenti.
Di contro, ministero dello Sviluppo economico e Regione aiuteranno Solvay con agevolazioni pubbliche - sotto forma di certificati bianchi e di riduzioni di addizionali regionali - per 108 milioni di euro (10,8 milioni all'anno) da qui al 2026.
Le firme sotto l'intesa messe dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, dal presidente toscano Enrico Rossi e dall'amministratore delegato di Solvay Group, Jean Pierre Clamadieu, certificano dunque la permanenza del gruppo chimico in Toscana e fanno tirare un sospiro di sollievo alle istituzioni.
«Con questa operazione, alla quale abbiamo lavorato a lungo, cogliamo tre obiettivi strategici», afferma Rossi che con la ri- duzione dei costi energetici tiene fede a una delle previsioni dell'accordo di programma di Livorno. «Gli obiettivi sono: scongiurare il pericolo di delocalizzazione; mantenere i livelli occupazionali e continuare a dare lavoro ad almeno 1.500 addetti (con l'indotto, ndr); pensare a una crescita occupazionale e produttiva, favorendo l'insediamento di nuove imprese in questo polo produttivo».
I 75 milioni di investimenti del gruppo chimico prevedono 40 milioni in una nuova turbina a gas ad alta efficienza energetica per l'impianto di carbonato di sodio; quasi 15 milioni per il cosiddetto “Progetto salina” con la costruzione di un impianto di trattamento degli effluenti liquidi e di una nuova torre di raffreddamento; e gli ultimi 20 milioni per realizzare due nuove linee per la produzione di acqua ossigenata pura, destinata al mercato dell'elettronica, che si affiancheranno alle due linee già annunciate nell'aprile 2015.