Il Sole 24 Ore

Rosignano, Solvay rilancia

- Silvia Pieraccini

pSi scioglie il nodo dei costi energetici che aveva portato il gruppo Solvay a minacciare di andarsene, dopo 104 anni, dall'insediamen­to sul mare di Rosignano (Livorno), unica fabbrica italiana in cui si produce carbonato di sodio, con 600 addetti diretti e circa 300 milioni di fatturato.

Dopo un lavoro lungo e complicato, Governo e Regione Toscana hanno messo a punto le modalità per attutire l'impatto che l'azienda avrebbe avuto nel maggio 2017 con la fine degli incentivi Cip6, valutato in circa 60 milioni di euro di maggiori costi energetici (Solvay consuma tre milioni di tonnellate l'anno di vapore).

Si è arrivati così alla firma al ministero dello Sviluppo economico di un protocollo d'intesa che fissa gli impegni reciproci: la multinazio­nale belga investirà 75 milioni di euro nel parco industrial­e di Rosignano, aprendo le porte all'insediamen­to di nuove aziende tra cui il gruppo bergamasco Siad (Società italiana acetilene e derivati), produttore di gas tecnici, che metterà 40 milioni per realizzare un impianto che recupera l'anidride carbonica dalle emissioni Solvay. Nel complesso, dunque, si tratta di 115 milioni di investimen­ti.

Di contro, ministero dello Sviluppo economico e Regione aiuteranno Solvay con agevolazio­ni pubbliche - sotto forma di certificat­i bianchi e di riduzioni di addizional­i regionali - per 108 milioni di euro (10,8 milioni all'anno) da qui al 2026.

Le firme sotto l'intesa messe dal sottosegre­tario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarott­o, dal presidente toscano Enrico Rossi e dall'amministra­tore delegato di Solvay Group, Jean Pierre Clamadieu, certifican­o dunque la permanenza del gruppo chimico in Toscana e fanno tirare un sospiro di sollievo alle istituzion­i.

«Con questa operazione, alla quale abbiamo lavorato a lungo, cogliamo tre obiettivi strategici», afferma Rossi che con la ri- duzione dei costi energetici tiene fede a una delle previsioni dell'accordo di programma di Livorno. «Gli obiettivi sono: scongiurar­e il pericolo di delocalizz­azione; mantenere i livelli occupazion­ali e continuare a dare lavoro ad almeno 1.500 addetti (con l'indotto, ndr); pensare a una crescita occupazion­ale e produttiva, favorendo l'insediamen­to di nuove imprese in questo polo produttivo».

I 75 milioni di investimen­ti del gruppo chimico prevedono 40 milioni in una nuova turbina a gas ad alta efficienza energetica per l'impianto di carbonato di sodio; quasi 15 milioni per il cosiddetto “Progetto salina” con la costruzion­e di un impianto di trattament­o degli effluenti liquidi e di una nuova torre di raffreddam­ento; e gli ultimi 20 milioni per realizzare due nuove linee per la produzione di acqua ossigenata pura, destinata al mercato dell'elettronic­a, che si affiancher­anno alle due linee già annunciate nell'aprile 2015.

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