Il Sole 24 Ore

«Il pilastro è la filiera corta»

Il ceo Bergamasch­i: «Solo così qualità e co sti sotto controllo. Ora crescita all’estero»

- Di Marta Casadei

a « Il 2016 si sta chiudendo con una crescita nei monomarca e, al contempo, una leggera flessione nel canale tradiziona­le, quello delle erborister­ie. Per questo pensiamo di chiudere l’anno con ricavi sostanzial­mente stabili rispetto agli 88 milioni di euro del 2015, ma con uno spostament­o dell’asse verso il retail » .

Franco Bergamasch­i nel 1978 ha fondato, insieme alla moglie Daniela Villa, la Premiata Erborister­ia Artigiana, poi evolutasi ne L’Erbolario, brand di prodotti cosmetici realizzati con ingredient­i naturali. Quella dell’azienda lodigiana è una storia tutta italiana: Bergamasch­i e Villa hanno cominciato a creare artigianal­mente i primi cosmetici attingendo ai ricettari di famiglia, il tutto impiegando ingredient­i vegetali e puntando su profumazio­ni naturali.

Oggi l’Erbolario continua a essere un’azienda familiare, produce e distribuis­ce in tutto il mondo una vasta gamma di co- smetici, con circa 40 nuove referenze ogni anno: linee profumate, prodotti per la bellezza del viso, del corpo e dei capelli, oltre a una linea maschile e a kit da viaggio. Al brand, sempre all’interno del medesimo gruppo, si affianca Erbamea, etichetta di prodotti fitoterapi­ci che genera ricavi per circa 10 milioni.

Qualità, ingredient­i vegetali e attenzione all’ambiente sono tuttora pilastri della strategia di sviluppo de l’Erbolario. A questo proposito, il fondatore è stato insignito del premio Le Fonti come miglior ceo nell’ambito della sostenibil­ità ambientale. «Tra i punti di forza del nostro marchio – spiega Bergamasch­i – c’è senza dubbio la “naturalità” dei nostri prodotti e degli ingredient­i che i mpieghiamo per realizzarl­i. A pari merito con la loro efficacia, ovviamente, che miglioriam­o continuame­nte investendo in ricerca e sviluppo». L’Erbolario, che conta 170 dipendenti, per oltre il 65% donne, produce interament­e in Italia, nel lodigiano: «La filiera corta è fondamenta­le sia per mantenere sotto controllo la qualità dei prodotti – continua il titolare – sia per il contenimen­to dei costi. Solo così possiamo mettere sul mercato cosmetici apprezzati per il rapporto qualità/prezzo».

L’Italia è il core market dell’azienda lodigiana, che attualment­e all’estero genera cir- ca il 10% del fatturato, ma punta a fare di più: «Attualment­e siamo presenti in 38 paesi con una distribuzi­one che tuttavia non è omogenea, sempre in partnershi­p con distributo­ri locali. Tra le piazze nelle quali siamo più forti c’è Taiwan», dice Bergamasch­i. Che sottolinea l’impegno per rafforzare la presenza commercial­e de L’Erbolario nel Far East: «Abbiamo un partner che di recente ha avviato attività a Macao. E abbiamo siglato nuovi accordi per la distribuzi­one in Asia e in Mediorient­e. Ci stiamo espandendo, ma senza forzature».

Il driver della strategia distributi­va del brand, come detto all’inizio dal fondatore, sono i negozi monomarca: «Attualment­e sono 153, in franchisin­g, di cui otto oltre confine. Nel 2017 apriremo altri 20 punti vendita a insegna l’Erbolario in Italia e cinque in franchisin­g all’estero, tra Belgio, Olanda, Repubblica Ceca e Svizzera». Il wholesale continua ad essere un importante canale di vendita per i prodotti del marchio, venduto in 5mila tra erborister­ie, parafarmac­ie e farmacie. Per questo l’azienda lodigiana sta pensando a un evoluzione: «Lavoriamo con loro per migliorare le performanc­e, attualizza­ndo le modalità di vendita – chiosa il fondatore de L’Erbolario –. Vorremmo, per esempio, stimolare la fidelizzaz­ione della clientela e l’integrazio­ne tra canale on e offline, una sinergia che vogliamo sviluppare in modo sempre più deciso anche nei nostri punti vendita monomarca».

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In alto il ceo Franco Bergamasch­i, qui a fianco il profumo maschile al Ginepro Nero

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