Formazione e ricerca per Framesi
a Un anno in crescita per Framesi, azienda italiana di prodotti professionali per capelli, che sta chiudendo il 2016 con un fatturato tra i 28 e i 30 milioni di euro, in aumento del 7% sul 2015. Framesi, che l’anno scorso ha festeggiato i 70 anni di attività, ha lanciato una capsule collection di make-up, novità assoluta tra i marchi di hair care. «Siamo sempre stati attenti alle tendenze - spiega Fabio Franchina, presidente dell’azienda -. Dal 1979 lanciamo collezioni “prêt-à-porter capelli” in armonia con abiti, colori e trucco della stagione, e da tempo pensavamo a una linea di make- up». La capsule collection, che ha avuto la supervisione della make-up artist Silva dell’Orto, verrà distribuita in circa mille punti tra i 5mila saloni che trattano prodotti Framesi.
Fin dall’inizio l’azienda ha avuto una speciale attenzione alla colorazione. Nel 1970 aveva proposto “La via italiana al colore” e negli anni ha sempre trovato soluzioni innovative nei suoi laboratori di ricerca di Paderno Dugnano, anche con il lancio di prodotti di nicchia come le tinture prive di ammoniaca. «Il settore colore copre oltre il 50% del nostro business, soprattutto all’estero - continua Franchina -. L’85% delle vendite negli Usa riguarda prodotti per la colorazione dei capelli, mentre la Tunisia è il nostro più grande consumatore: con una popolazione di 10 milioni di abitanti, questo Paese acquista in un anno 1,7 milioni di tubi di colore».
Con un catalogo di 107 prodotti, è presente in oltre 70 Paesi nel mondo con i suoi distributori e lavora con otto licenziatari, ad esempio i n Usa, Argentina, Taiwan e Tunisia, che producono in proprio alcune specialità.
Formazione e ricerca sono fondamentali per Framesi. Ogni anno vengono organizzati in tutta Italia oltre 300 seminari, condotti da tecnici esperti, per incrementare la professionalità e il successo del parrucchiere. «La nostra attenzione - conclude Franchina - è anche rivolta all’ambiente: utilizziamo il più possibile materiale riciclabile e riduciamo al massimo gli sprechi con tecnologie all’avanguardia. Nella ricerca investiamo circa il 6% del nostro fatturato».