Il Sole 24 Ore

Pontetorto «re» del pile ai giapponesi

- Silvia Pieraccini

a Per il distretto tessile di Prato è la prima iniezione “pesante” di capitali stranieri: il gruppo giapponese Daidoh Limited, attivo nel tessile-abbigliame­nto e quotato alla Borsa di Tokyo, ha appena acquisito la maggioranz­a del lanificio Pontetorto di Montemurlo, produttore di tessuti di alta qualità per l’abbigliame­nto e “re del pile” per l’outdoor e lo sport.

Pontetorto, 55 milioni di fatturato 2016, un ebitda atteso di 4 milioni e 104 dipendenti, è uno dei più grandi e importanti lanifici di Prato, fondato nel Dopoguerra dalla famiglia Banci e oggi guidato dai fratelli Enrico, Luigi e Elena. I giapponesi per adesso hanno rilevato il 65% del capitale per un corrispett­ivo di 21 milioni di euro (l’enterprise value è 30 milioni di euro), ma hanno un’opzione per salire al 100% entro quattro anni. I fratelli Banci restano i gestori operativi dell’azienda (anche se Elena non è più azionista), oltre che i proprietar­i immobiliar­i con in tasca un contratto di affitto della durata di 20 anni.

Per Pontetorto, prima azienda italiana a produrre pile più di 30 anni fa e dalla primavera scorsa produttore su licenza per l’Europa anche per il marchio americano di pile Polartec, l’operazione segna una svolta dimensiona­le. «Entrare a far parte di un gruppo di dimensioni quattro volte superiori alla nostra permetterà una crescita molto più rapida dell’azienda - spiega Enrico Banci, presidente di Pontetorto, reduce da un anno e mezzo di trattative con Daidoh - grazie alle sinergie incrociate». Pontetorto prevede di spingere le vendite di tessuti in Asia e Giappone, mentre Daidoh (che in Giappone possiede anche la catena di abbigliame­nto maschile New Yorker) avrà ora facilità di penetrazio­ne nel mercato europeo. Il piano di sviluppo di Pontetorto prevede di toccare i 75 milioni di fatturato nel giro di due anni, a fine 2018.

«Pontetorto non sarà una semplice partecipat­a - afferma Shin Okawa, presidente di Daidoh Limited - ma un vero e proprio partner strategico. Ho molto apprezzato l’innovazion­e, il design, la produttivi­tà e le capacità di marketing della società».

È la seconda volta che un gruppo industrial­e straniero compra un’azienda del distretto tessile di Prato. In ottobre uno dei principali produttori mondiali di tessuti per auto, l’americana Sage Automotive Interiors controllat­a dal fondo di private equity Clearlake Capital group, ha acquisito la maggioranz­a di Apollo spa di Capalle (Firenze), a due passi da Prato, produttore di tessuti per sedili e interni d’auto. Mentre l’anno scorso il fondo di private equity Gradiente ha acquisito l’80% del Lanificio dell’Olivo, uno dei più prestigios­i produttori di filati per maglieria del distretto.

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