Putin tende la mano a Trump: insieme contro il terrorismo
Il discorso sullo Stato della Nazione
Un intervento in larga parte ripiegato sulla sua Russia, come previsto: il discorso di Vladimir Putin sullo Stato della Nazione, pronunciato ieri al Cremlino davanti a tutti gli esponenti del Paese che conta, va subito al punto. Politica interna e welfare, economia e ambiente.
All’esterno la situazione è troppo incerta: la guerra in Siria, il confronto nel Donbass, il nodo delle sanzioni internazionali, tutto attende indicazioni dal legame con gli Stati Uniti che la presidenza Trump potrebbe rivoluzionare. Sull’Ucraina Putin non dice neppure una parola, però si dichiara pronto a collaborare con la nuova amministrazione americana nella lotta al terrorismo. In attesa di Trump, il presidente russo pone le basi per il rinnovo del proprio mandato, nelle elezioni del 2018. Il suo è un discorso sullo Stato della Nazione che verrà.
I russi sono al centro dell’attenzione, il capitale umano e le politiche sociali, il welfare e la giustizia. Putin fa notare che l’inflazione sta scendendo finalmente sotto il 6%; promette di riformare il codice fiscale a partire dal 2019 (dopo il voto); ribadisce la necessità di modernizzare la rete stradale, di mobilitare risorse per l’industria, di difendere il business piccolo e medio, di sviluppare i settori non tradizionali dell’economia e lottare per guada- gnarsi l’accesso a un mercato globale marchiato dal protezionismo. Un risultato già c’è: nel 2015, ha fatto notare Putin, l’export russo di prodotti agricoli ha fatto guadagnare alla Russia più di quanto frutti l’export di armamenti.
Solo verso il termine Putin ha guardato oltre i confini del Paese per ripetere che «a differenza dei nostri partner stranieri che ci vedono come nemici, la Russia non cerca e non ha mai cercato nemici, ci servono amici». Li cercherà soprattutto a Oriente, dove l’avvicinamento a Cina e India «è per il lungo termine», pur dicendosi pronto a collaborare con la nuova amministrazione americana: «Speriamo di poter unire gli sforzi con gli Stati Uniti nella lotta contro una minaccia reale, non certo sognata: il terrorismo globale». Un cambio di tono netto rispetto agli anni scorsi: «È importante normalizzare e iniziare a sviluppare le nostre relazioni bilaterali su una base equa e reciprocamente vantaggiosa. Condividiamo la responsabilità di assicurare la sicurezza e la stabilità internazionale, e di rafforzare l’impegno per il disarmo. Vorrei sottolineare - ha concluso Putin - che i tentativi di scardinare l’equilibrio strategico sono estremamente pericolosi, e potrebbero portare a una catastrofe globale. Non possiamo dimenticarlo neppure per un secondo».