Il Sole 24 Ore

Bpvi-Veneto Banca, piano di fusione entro l’anno

Vicenza ha quantifica­to in 700 gli esuberi necessari per perseguire gli obiettivi di r isanamento

- Katy Mandurino

pDicembre sarà un mese decisivo per la Banca Popolare di Vicenza. Da un lato si delineerà con contorni certi il fronte della fusione con Veneto Banca, dall’altro entrerà nel vivo la questione del taglio dei costi.

Se la scorsa settimana, con una lettera alle organizzaz­ioni sindacali, la banca ha formalment­e quantifica­to in 700 gli esuberi necessari per perseguire gli obiettivi di risanament­o dell’istituto, ieri è stato il presidente della BpVi Gianni Mion a rincarare la dose: ilnum erodi 700 ès ottodimens­ionato, questi esuberi non bastano. «È una soluzione che rientra all’interno del fondo di solidariet­à e quindi si cercherà di agevolare questa soluzione - ha spiegato Mion -, però il problema degli esuberi è noto e non è limitato a questi 700». Si farà il massimo, dunque, per evitare impatti traumatici. Partendo, ad esempio, dai prepension­amenti volontari, che nelle stime dei sindacalis­ti, dovrebbero essere già 400. Anche se, alla luce di una situazione non più sostenibil­e, con dati di bilancio che parlano di 758,5 milioni di perdite nel 2014, 1.407 nel 2015 e 795,3 nei primi sei mesi del 2016, il numero complessiv­o di esuberi che riguarda la Popolare di Vicenza si aggirerebb­e attorno alle 1.500 unità, su poco più di 5mila dipendenti. Del resto, era stato lo stesso presidente a parlare di 1.300-1.500 esuberi già qualche settimana fa; ma ora, alla vigilia del difficile confronto che si aprirà il 5 dicembre e che, nelle intenzioni della banca, dovrebbe chiudersi nel giro di un anno, il messaggio fa più effetto.

Il tema degli altri 600-800 dipendenti in eccesso potrebbe essere spostato più avanti, nel 2018: «Bisogna vedere - ha aggiunto ie- ri Mion -, auspichiam­o che ci siano forme di soluzione che evitino i licenziame­nti, questo lo auspichiam­o tutti».

La questione degli esuberi e del taglio del costo del lavoro va di pari passo con la stesura del piano industrial­e e con il tema della fusione tra la Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Fermo restando che il fondo Atlante, proprietar­io di entrambe le banche, ha già dichiarato che procederà verso un nuovo aumento di capitale - «dopo aver tappato il buco e cominciato a fare la ristruttur­azione, ora si devono tirar via gli Npl e fare il piano industrial­e. Se il piano è buono i soldi si trovano sempre», ha detto qualche giorno fa il presidente di Quaestio Alessandro Penati -, quello stesso capitale necessario è condiziona­to da quanto si potrà recuperare dal taglio dei costi su personale e filiali. E da quante risorse richiederà risolvere le conciliazi­oni (i reclami ammontano a 6.900), le quali potrebbero essere portate avanti in uno schema comune con Veneto Banca. In questo momento sta lavorando all’ipotesi di fusione un gruppo di lavoro fatto dai team di management delle due banche. «I due gruppi dovrebbero finire il loro lavoro prima della fine di dicembre - ha concluso Mion, che ieri ha anche annunciato le dimissioni con efficacia a partire dal 31 dicembre dai consigli di amministra­zione di Atlantia e Autogrill -. Con l’anno nuovo vedremo cosa viene fuori, se la proposta troverà l’interesse dei due cda e dell’azionista, il fondo Atlante».

Attesa, quindi, una bozza entro fine anno. E poi i singoli piano industrial­i da presentare entro gennaio.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy