Eba svela la mappa degli Npl in Europa
pOggi l’Autorità bancaria europea mostrerà la mappa continentale dei bilanci delle banche, dei crediti deteriorati e dunque anche dei non-performing loans, i crediti in sofferenza, il cuore del problema bancario italiano e non solo alla vigilia degli Srep, i test e le raccomandazioni della Bce alle banche sui requisiti pa- trimoniali prudenziali. La mappa dell’Eba confermerà la diffusione del problema dei Npl in particolare nei Paesi mediterranei, quelli più colpiti dalla gelata dell’economia degli anni scorsi. Questo esercizio di censimento delle sofferenze potrebbe preludere a una proposta (non vincolante) dell’Autorità a favore della creazione di un veicolo europeo per risolvere una questione che resta spinosa a livello nazio- nale in quanto non è più consentito il ricorso alla bad bank.
Il tema è stato al centro dei contatti che il presidente dell’Eba, Andrea Enria, ha tenuto in questi giorni con i governi europei, Roma compresa ovviamente, in vista del nuovo esame sulla solidità del capitale delle banche. Argomento su cui ieri è tornato a parlare anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.
pOggi l’Autorità bancaria europea mostrerà la mappa continentale dei bilanci delle banche, dei crediti deteriorati e dunque anche dei non-performing loans, i crediti in sofferenza, il cuore del problema bancario italiano e non solo alla vigilia degli Srep, i test e le raccomandazioni della Bce alle banche sui requisiti patrimoniali prudenziali. La mappa dell’Eba confermerà la diffusione del problema dei Npl in particolare nei Paesi mediterranei, quelli più colpiti dalla gelata dell’economia degli anni scorsi. Questo esercizio di censimento delle sofferenze potrebbe preludere a una proposta (non vincolante) dell’Autorità a favore della creazione di un veicolo europeo per risolvere una questione che resta spinosa a livello nazionale in quanto non è più consentito il ricorso alla bad bank.
Il tema è stato al centro dei contatti che il presidente dell’Eba, Andrea Enria, ha tenuto in questi giorni con i governi europei, Roma compresa ovviamente, in vista del nuovo esame sulla solidità del capitale delle banche. Argomento su cui ieri è tornato a parlare anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sostenendo che per ricapitalizzare le banche italiane in difficoltà ci vorrebbero 15-20 miliardi, ma non è necessario l'intervento dello Stato perché «sul mercato si trovano » . I calcoli dell’Economia mettono in fila i bisogni di capitale di Mps, Unicredit, delle due banche venete in carico ad Atlante (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e fors’anche delle quattro good banks nate dalla riso- luzione di Cariferrara, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria e poste in vendita.
La ricapitalizzazione delle banche e la vendita dei NPLs sono nodi interconnessi e intrecciati tra di loro e questo complica lo scenario del settore bancario italiano, già alle prese con un calo della profittabilità dovuto ai tassi molto bassi e alla riconversione del modello di business a fronte della rivoluzione digitale. Le soluzioni sul tavolo finora, per gli aumenti di capitale e lo
IL TESORO Padoan: per ricapitalizzare le banche italiane in difficoltà ci vorrebbero 15-20 miliardi, ma non è necessario l'intervento dello Stato
smaltimento delle sofferenze, si sono concentrate esclusivamente su operazioni di mercato, per evitare il bail-in imposto dalle nuove regole europee entrate in vigore il primo gennaio. Ma l’incertezza dovuta al referendum e il crescente rischio di instabilità politica hanno messo in tensione i mercati e ridotto le finestre di opportunità.
I contatti tra il ministero dell’Economia, la Banca d’Italia, la Bce, l’Eba, Bruxelles (la Commissione e la DG sulla concorrenza), il Meccanismo di risoluzione unico e il Meccanismo di vigilanza unico sono serrati in questi giorni: l’obiettivo comune è gettare acqua sul fuoco del rischio sistemico, una minaccia che permane fintantochè l’Unione bancaria resterà un progetto realizzato solo a metà.