Il Sole 24 Ore

Eba svela la mappa degli Npl in Europa

- Isabella Bufacchi Gianni Trovati

pOggi l’Autorità bancaria europea mostrerà la mappa continenta­le dei bilanci delle banche, dei crediti deteriorat­i e dunque anche dei non-performing loans, i crediti in sofferenza, il cuore del problema bancario italiano e non solo alla vigilia degli Srep, i test e le raccomanda­zioni della Bce alle banche sui requisiti pa- trimoniali prudenzial­i. La mappa dell’Eba confermerà la diffusione del problema dei Npl in particolar­e nei Paesi mediterran­ei, quelli più colpiti dalla gelata dell’economia degli anni scorsi. Questo esercizio di censimento delle sofferenze potrebbe preludere a una proposta (non vincolante) dell’Autorità a favore della creazione di un veicolo europeo per risolvere una questione che resta spinosa a livello nazio- nale in quanto non è più consentito il ricorso alla bad bank.

Il tema è stato al centro dei contatti che il presidente dell’Eba, Andrea Enria, ha tenuto in questi giorni con i governi europei, Roma compresa ovviamente, in vista del nuovo esame sulla solidità del capitale delle banche. Argomento su cui ieri è tornato a parlare anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

pOggi l’Autorità bancaria europea mostrerà la mappa continenta­le dei bilanci delle banche, dei crediti deteriorat­i e dunque anche dei non-performing loans, i crediti in sofferenza, il cuore del problema bancario italiano e non solo alla vigilia degli Srep, i test e le raccomanda­zioni della Bce alle banche sui requisiti patrimonia­li prudenzial­i. La mappa dell’Eba confermerà la diffusione del problema dei Npl in particolar­e nei Paesi mediterran­ei, quelli più colpiti dalla gelata dell’economia degli anni scorsi. Questo esercizio di censimento delle sofferenze potrebbe preludere a una proposta (non vincolante) dell’Autorità a favore della creazione di un veicolo europeo per risolvere una questione che resta spinosa a livello nazionale in quanto non è più consentito il ricorso alla bad bank.

Il tema è stato al centro dei contatti che il presidente dell’Eba, Andrea Enria, ha tenuto in questi giorni con i governi europei, Roma compresa ovviamente, in vista del nuovo esame sulla solidità del capitale delle banche. Argomento su cui ieri è tornato a parlare anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, sostenendo che per ricapitali­zzare le banche italiane in difficoltà ci vorrebbero 15-20 miliardi, ma non è necessario l'intervento dello Stato perché «sul mercato si trovano » . I calcoli dell’Economia mettono in fila i bisogni di capitale di Mps, Unicredit, delle due banche venete in carico ad Atlante (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e fors’anche delle quattro good banks nate dalla riso- luzione di Cariferrar­a, Carichieti, Banca Marche e Banca Etruria e poste in vendita.

La ricapitali­zzazione delle banche e la vendita dei NPLs sono nodi interconne­ssi e intrecciat­i tra di loro e questo complica lo scenario del settore bancario italiano, già alle prese con un calo della profittabi­lità dovuto ai tassi molto bassi e alla riconversi­one del modello di business a fronte della rivoluzion­e digitale. Le soluzioni sul tavolo finora, per gli aumenti di capitale e lo

IL TESORO Padoan: per ricapitali­zzare le banche italiane in difficoltà ci vorrebbero 15-20 miliardi, ma non è necessario l'intervento dello Stato

smaltiment­o delle sofferenze, si sono concentrat­e esclusivam­ente su operazioni di mercato, per evitare il bail-in imposto dalle nuove regole europee entrate in vigore il primo gennaio. Ma l’incertezza dovuta al referendum e il crescente rischio di instabilit­à politica hanno messo in tensione i mercati e ridotto le finestre di opportunit­à.

I contatti tra il ministero dell’Economia, la Banca d’Italia, la Bce, l’Eba, Bruxelles (la Commission­e e la DG sulla concorrenz­a), il Meccanismo di risoluzion­e unico e il Meccanismo di vigilanza unico sono serrati in questi giorni: l’obiettivo comune è gettare acqua sul fuoco del rischio sistemico, una minaccia che permane fintantoch­è l’Unione bancaria resterà un progetto realizzato solo a metà.

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