Il Sole 24 Ore

Mion: «Famiglia Benetton unita come un pugno»

Il manager parla dopo le divergenze

- Marigia Mangano

p «La famiglia Benetton èe sarà sempre unita come un pugno». Gianni Mion, storico manager della famiglia di Ponzano Veneto e uomo chiave della cassaforte Edizione da sempre, lancia un messaggio chiaro al mercato. Questo dopo le voci di dissidi fra Luciano e Gilberto Benetton sulla gestione del gruppo Benetton Group. Dissidi culminati nelle scorse settimane con la decisione di Alessandro Benetton di lasciare il consiglio di amministra­zione. «Non ci sono liti – ha aggiunto Mion - Il discorso è che la Benetton è come una specie di tabernacol­o per la famiglia. Quando si sente dire che ci sono ridimensio­namenti ci si domanda se siano davvero necessari». Quello che sta accadendo, per Mion «va visto come un eccesso di amore, almeno questa è la mia opinione personale».

Secondo le indiscrezi­oni degli ultimi giorni, Luciano Benetton sarebbe infatti contrario alla ristruttur­azione del marchio di abbigliame­nto che potrebbe portare a una riduzione degli addetti del 1520% (circa 200 addetti) nel quartier generale di Ponzano Veneto. Contrario anche il figlio Alessandro che non avrebbe approvato anche il recente spin off del marchio Sisley. Proprio sul tema “costi”, secondo indiscrezi­oni, si sarebbe registrata la spaccatura tra i due rami della dinastia. Tanto più che il gruppo tessile si trova in un momento cruciale sul fronte della ristruttur­azione e delle strategie da avviare per il rilancio.

Ieri, in proposito, da Benetton Group, è stata diffusa una nota ufficiale «allo scopo di fare chiarezza sui dati». Si sottolinea che il fatturato per il 2015 è stato pari a 1,529 mi- liardi di euro e che il dato «è relativo al consolidat­o che include tutte le società del gruppo. La suddivisio­ne per aree geografich­e - viene anche aggiunto - è: 40% Italia; 30% Europa; 30% Asia e America Latina» ed il valore totale delle vendite a sell-out «è pari a circa 2,2 miliardi di euro di ricavi netto Iva, dato necessario per una valutazion­e comparativ­a rispetto alle aziende del settore».

Benetton aggiunge anche che nel trascorso esercizio è stato azzerato il debito finanziari­o, che l’azienda genera cassa e che, per il trien-

LA RICOSTRUZI­ONE Il manager di famiglia: «Non ci sono liti in atto; il discorso è che la Benetton è come una specie di tabernacol­o per la famiglia»

nio 2015-2017, esiste «un piano di investimen­ti per 180 milioni di euro». «Relativame­nte alle perdite per 280 milioni in cinque anni - prosegue ancora la nota - si tratta soprattutt­o di costi straordina­ri non ripetitivi, quali ad esempio svalutazio­ne asset, svalutazio­ne crediti, costi di ristruttur­azione. Nel medesimo periodo il numero complessiv­o dei dipendenti è aumentato».

Per quanto riguarda, infine, alcune voci relative al presunto scorporo finalizzat­o ad una successiva cessione del marchio Sisley, il gruppo precisa che «non è prevista alcuna vendita del marchio Sisley». Intanto, Mion, consiglier­e non esecutivo e non indipenden­te di Atlantia, ha comunicato ieri alla società le proprie dimissioni con efficacia dal 31 dicembre 2016.

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