La possibile riapertura del processo Scalata Antonveneta, il caso non si chiude
pLa Corte d’appello di Venezia dovrà decidere se riaprire il processo e annullare la condanna di Antonio Cesare Bersani, 59 anni di Pavia, coinvolto nella scalata Antonveneta del decennio scorso.
Lo ha stabilito ieri la Quinta sezione penale della Corte di Cassazione che ha depositato le motivazioni sul ricorso di Bersani, ricorso finalizzato ad annullare il suo patteggiamen- to che all’epoca gli era costato una pena pecuniaria e la confisca dei conti sequestrati per il reato di manipolazione del mercato.
Secondo i legali di Bersani si è creato infatti un «contrasto di giudicati» (cioè di sentenze) tra il destino dell’investitore pavese e il gruppo dei “lodigiani”che, come lui, facevano riferimento a Fiorani. Questi ultimi, condannati in primo grado, erano poi stati assolti in appello «per non aver commesso il fatto» in quanto «non era stata provata la consapevolezza, da parte di ciascuno, che la propria condotta (di rastrellamento sotto traccia di azioni Bpl, ndr) si inserisse in un disegno complessivo volto a consentire a Fiorani la scalata della banca al di fuori dei parametri di legalità». Alla luce di questa assoluzione “di gruppo”, Bersani aveva quindi chiesto alla Corte d’appello di Brescia di rivedere l’esito del suo patteggiamento per un evidente contrasto di giudicati, considerato che il medesimo fatto aveva portato a conclusioni giudiziarie diametralmente opposte.
I giudici bresciani, però, il 18 febbraio scorso avevano respinto l’istanza di revisione per «inammissibilità», sostenendo che la questione riguardava solo l’aspetto psicologico degli imputati (come del resto si evince dalla formula di proscioglimento) ma sullo sfondo di identici fatti oggettivi.
La Cassazione ha cancellato l’ordinanza bresciana sulla base, soprattutto, del fatto che i giudici non avevano nemmeno ammesso il contraddittorio, cioè non avevano consentito ai legali di Bersani di spiegare la portata delle presunte “nuove prove decisive”, facendo piuttosto e al contrario «un’ anticipazione della valutazione di merito».
Tra gli elementi non valutati dalla Corte bresciana spiccano le dichiarazioni dibattimentali dei coimputati Fiorani e Boni che avevano permesso, tra l’altro, l’alleggerimento della posizione dei “lodigiani” fino a determinarne l’assoluzione in appello per la mancata prova della consapevolezza di partecipare a una scalata illegale.
Ora la questione tornerà nuovamente in un’aula giudiziaria, ma in un distretto diverso, a Venezia. p La nuova entità avrà la sede centrale in Germania, a Francoforte, e opererà sui mercati europei con una rete di filiali. La scelta della Societas Europaea come struttura societaria, ha spiegato il gruppo bancario elvetico, fornisce a Ubs flessibilità strategica.
L’accorpamento riguarda le società di Ubs in Germania, Italia, Lussemburgo (che già ha le filiali di Austria, Danimarca, Svezia), Paesi Bassi, Spagna. Fanno parte del Consiglio di gestione di Ubs Europe SE Birgit Dietl-Benzin, chief risk officer, Fabio Innocenzi, market representative (WM), René Mottas, market representative (WM), Andreas Przewloka, chief operating officer, Thomas Rodermann, market representative (WM), Stefan Winter, market representative (IB). Rodermann, che negli ultimi due anni ha guidato Ubs in Germania, è il portavoce del Consiglio di gestione. Il Consiglio di sorveglianza è presieduto da Roland Koch, che è stato presidente di Ubs Deutschland dal 2011. Alla guida delle filiali dei rispettivi paesi restano i market representative.
«La creazione di questa entità – afferma Fabio Innocenzi – ci consente di progredire in una strategia globale a favore della
LA VICENDA La Corte d’appello di Venezia dovrà decidere se riaprire il processo e annullare la condanna di Antonio Cesare Bersani