Il Sole 24 Ore

Alitalia dà l’addio all’alleanza europea con Air France-Klm

Chiusi i negoziati, stop a gennaio

- Gianni Dragoni

pAlitalia dà l’addio all’alleanza con Air France-Klm sui voli europei. L’accordo in scadenza a gennaio 2017, già disdettato il 19 maggio 2015 dal precedente a.d., Silvano Cassano, non verrà rinnovato e cesserà di avere efficacia tra poche settimane. I negoziati per modificarl­o non hanno portato a nulla di concreto. L’accordo era stato concluso nel gennaio 2009 da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, i vertici dell’Alitalia-Cai dei «patrioti» chiamati da Silvio Berlusconi nel 2008, per non vendere la compagnia a Air France. Tra le ragioni che hanno indotto Alitalia, spinta e dal suo socio forte Etihad, a rompere con i francesi c’è la volontà di riappropri­arsi degli slot all’aeroporto di Milano Linate oggi utilizzati da Air France e Klm e di avere più libertà nei voli di lungo raggio.

Alitalia potrebbe utilizzare gli slot per aumentare i propri voli, oppure metterli a disposizio­ne di ipotetiche nuove alleanze. Alitalia ha cercato di coinvolger­e Lufthansa in un aumento di capitale che la salvi da un nuovo collasso. Alitalia è senza cassa, ma i principali soci italiani (cioè Unicredit, Intesa Sanpaolo, i Benetton con Atlantia, ci sono anche le Poste attraverso una sorta di bond) non vogliono mettere soldi. Pertanto neppure Etihad, che ha il 49%, può iniettare risorse fresche perché supererebb­e il 50% e questo farebbe perdere ad Alitalia lo status di compagnia Ue e quindi i diritti di volo. Se invece arrivasse un cavaliere bianco europeo anche Etihad potrebbe versare la stessa somma immessa dal nuovo azionista. I tedeschi per il momento si limitano ad ascoltare. Non hanno certo voglia di mettere soldi in un’aviolinea disastrata come Alitalia, che quest’anno perderà oltre 400 milioni di euro prima di plusvalenz­e o altre voci straordina­rie.

La fine dell’accordo in Europa con Air France-Klm non dà però libertà ad Alitalia di sviluppare il lungo raggio sul NordAtlant­ico, il mercato più ricco del mondo. In quest’area rimane in vigore la joint venture fra queste tre compagnie e l’americana Delta. Alitalia _ come ha detto anche il presidente, Luca Cordero di Montezemol­o _ non può volare verso nuove destinazio­ni in NordAmeric­a né aumentare le frequenze senza il consenso di Delta.

LE MOTIVAZION­I La compagnia vuole riprenders­i gli slot a Linate e avere più libertà nel lungo raggio. Ma sul Nord America restano i vincoli con Delta

Oggi si riunisce il cda Alitalia per esaminare le linee generali del piano industrial­e. Ma non verranno annunciati i 2.000 esuberi previsti dal piano dell’a.d. Cramer Ball, per non irritare il governo il velo verrà alzato solo dopo il referendum, al cda del 12 dicembre. Il consiglio di oggi esaminerà la proposta di rinegoziar­e i debiti finanziari con le banche per dare un po’ di respiro ai conti, anticipata ieri dal Sole 24 Ore. Il percorso previsto è quello dell’articolo 67, comma 3, lettera D della legge fallimenta­re, che protegge dal rischio di azione revocatori­a _ in caso di futuro fallimento _ gli atti compiuti in esecuzione di un piano che «appaia idoneo» a conseguire il risanament­o finanziari­o. Questa procedura fu già seguita a fine 2014 per il passaggio del ramo d’azienda attività di volo di Cai alla nuova Alitalia targata Etihad. Il risanament­o però non c’è stato.

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