Dalla Ue 223 milioni per la green economy
Diciannove temi con scadenza il 7 marzo 2017 Per contrastare i cambiamenti climatici
pVia all’invito «Greening the Economy» che per il 2017 riceve da Horizon 2020 un budget di 223 milioni di euro, strutturato in diciannove sotto-inviti tutti con scadenza il 7 marzo 2017. L’invito principale fa parte della sezione «Sfide per la società» di H2020 intitolata «Azione per il clima, ambiente, efficienza delle risorse e materie prime».
L’azione parte da questo assunto: l’era delle risorse abbondanti e poco costose sta volgendo al termine e l’accesso alle materie prime e all’acqua pulita non si può più dare per scontato. La soluzione è investire nell’innovazione per sostenere un’economia verde, un’economia che sia in sintonia con l’ambiente naturale. Inoltre - e questa e la seconda riflessione - far fronte ai cambiamenti climatici è una priorità trasversale di Horizon 2020 e rappresenta il 35% del bilancio totale del programma. I rifiuti e l’acqua rappresentano priorità speciali.
I diciannove inviti della call 2017 (si veda la scheda a fianco) finanziano quindi una rosa di attività che vanno dalle azioni innovative riguardanti le materie prime ai sistemi di modellazione e previsione del clima; dalle dimostrazioni su larga scala di soluzioni per la riduzione del rischio idro-meteorologico a progetti per colmare il gap del settore idrico. Due inviti riguardano finanziamenti per progetti riguardanti la tutela del patrimonio cul- turale come motore di una crescita sostenibile e idee innovative di business e di governance per creare nuovi modelli di riutilizzo del patrimonio culturale.
Le attività progettuali si devono fondare su un approccio basato sulle sfide, che possono includere la ricerca di base, la ricerca applicata, il trasferimento di conoscenze e l’innovazione.
In Horizon c’è un solo tasso di finanziamento per tutti i beneficiari e tutte le attività nei contributi di ricerca. I finanziamenti dell’Ue coprono fino al 100% di tutti i costi ammissibili per tutte le azioni di ricerca e innovazione. Per le azioni di innovazione, il finanziamento copre generalmente il 70% dei costi ammissibili, ma potrebbe salire al 100% per le organizzazioni senza scopo di lucro.
I costi ammissibili indiretti (ad esempio, costi di amministrazione, comunicazione e infrastruttura, forniture per ufficio) sono rimborsati a un tasso fisso del 25% dei costi diretti ammissibili (i costi direttamente legati all’azione di implementazione).
Ogni partecipante deve divulgare i risultati che produce - e che quindi possiede - il più presto possibile. Si applicano eccezioni solo per proteggere i diritti di proprietà intellettuale (Dpi), la sicurezza o gli interessi legali. Quando si pubblicano i risultati su riviste scientifiche, bisogna assicurare l’accesso libero alla pubblicazione. Ciò garantisce che i risultati di ricerca finanziati dai contribuenti della Ue siano disponibili gratuitamente per tutti.
I Dpi appartengono al team che produce i risultati. In circostanze molto specifiche si può ottenere una proprietà congiunta. Una volta che i risultati sono stati prodotti, i proprietari possono concordare un diverso sistema di proprietà.
I programmi di lavoro annunciano le specifiche aree di ricerca e innovazione che saranno finanziate. Queste sono accessibili attraverso il portale dei partecipanti (http://bit.ly/H2020PP)e indicano i tempi dei prossimi inviti a presentare proposte. Una volta pronto, ogni invito comunica informazioni più precise sulle questioni di ricerca e innovazione che i candidati al finanziamen-todovrebbero delineare nelle loro proposte.
Benché i dettagli su tutti gli inviti siano anche disponibili nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, il portale dei partecipanti va oltre: fornisce una guida facile da seguire e tutti gli strumenti necessari per candidarsi per i finanziamenti e gestire i progetti durante il loro ciclo vitale, coprendo ogni tipo di azione di ricerca e innovazione.
AD AMPIO RAGGIO Si punta alla ricerca : dai sistemi per ridurre i rischi idro-meteorologici ai progetti per colmare il gap nel settore idrico