Il Sole 24 Ore

Tra Svizzera e San Marino scambio automatico delle informazio­ni

- Paolo Bernasconi Alessandro Galimberti

pNel giorno in cui Svizzera e San Marino firmano (a Roma) un accordo per lo scambio automatico di informazio­ni fiscali, il governo di Berna annuncia che a breve (2019) estenderà lo standard di trasparenz­a tanto caro all’Ocse ad altri 19 paesi, da Andorra all’Argentina, a Barbados, Bermuda, Brasile, Cile, Groenlandi­a, Isole Caiman, Isole Faroe, Isole Turcks e Caicos, Isole Vergini britannich­e, India, Israele, Maurizio, Messico, Monaco, Nuova Zelanda, Seychelles e Uruguay.

Per la piazza finanziari­a alpina, e per migliaia di investitor­i italiani ancora “coperti” attraverso “veicoli” transitati dalla Confederaz­ione verso i paradisi un tempo remoti, è un’altra notizia destabiliz­zante. Il Parlamento aveva già approvato lo scambio con i 28 dell’Unione Europea ed anche con l’Australia. Ora però, sensibiliz­zato dalla lista Falciani, il governo svizzero va ad aprire persino numerose piazze off shore caraibiche che hanno fornito migliaia di società paravento alle fidu- ciarie elvetiche, e persino quel Brasile da cui la marea di centinaia di milioni corruttori di Petrobras ha inquinato una quarantina di banche rossocroci­ate.

Stupisce la motivazion­e della apertura di “credito”: si tratterebb­e di Paesi il cui sistema legale e amministra­tivo viene riconosciu­to da Berna tale da fornire sufficient­i garanzie di rispetto della confidenzi­alità e di protezione dei dati finanziari che saranno trasmessi tramite il fisco. In caso di violazioni, però, come potranno difendersi i clienti di banca sottoposti alla sovranità fiscale di Paesi spesso disamminis­trati e in testa alla lista dei corrotti ?

Ci si attendeva un periodo di sperimenta­zione dello scambio automatico, per son- dare il meccanismo, almeno cinque anni di rodaggio, con gli Stati membri dell’Ue,dove figurano Paesi di rating CCC dal punto di vista dell’integrità ed efficienza della Pa.Ad accelerare il corso (o la rincorsa) di allineamen­to della Svizzera è forse l’ennesima minaccia da parte del Global Forum. La partita sembra chiusa, anche se qualcuno confida ancora nella proverbial­e prudenza del Parlamento svizzero che dovrà ratificare ad uno ad uno questi accordi, sottoposti tra l’altro alla clausola referendar­ia popolare.

Il futuro della piazza bancaria svizzera, in ogni caso, sarà sottoposto alla difficile coesistenz­a fra le forme più diverse di cooperazio­ne fiscale: scambio automatico, segnalazio­ne spontanea o su domanda,comprese le domande raggruppat­e, cooperazio­ne fra autorità autoricicl­aggio, ma anche fra autorità penali nell’interesse di procedimen­ti penali esteri per riciclaggi­o del provento di frodi fiscali,oltre alle 500 rogatorie trattate ogni anno dalla Finma (la Consob svizzera).

ACCORDI MULTILATER­ALI Berna apre tra le polemiche anche ad altri 19 Paesi Sarà più facile scoprire i «rimbalzi» internazio­nali delle partite extrafisca­li

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