Il Sole 24 Ore

Revisione delle figure profession­ali

- G. Fal.

pIl nuovo contratto collettivo dell’industria metalmecca­nica non si limita a modernizza­re la disciplina di singoli istituti, ma alza lo sguardo verso temi di natura e rilevanza strategica per il settore.

In particolar­e, l’accordo riconosce la necessità di analizzare e approfondi­re le dinamiche economiche, produttive e occupazion­ali innescate dalla rivoluzion­e digitale (quella che, con uno slogan ormai di uso comune, viene definita Industria 4.0).

Per esaminare l’impatto di questo fenomeno le parti si impegnano a condurre, tramite l’Osservator­io paritetico sull’industria metalmecca­nica, degli approfondi­menti specifici ri- spetto ai diversi ambiti in cui operano le aziende del settore.

I risultati di queste analisi dovranno essere utilizzati dalle parti per discutere con le istituzion­i le tematiche più significat­ive per la politica industrial­e del settore.

I cambiament­i imposti dalla rivoluzion­e digitale rendono necessaria anche una profonda revisione dell’attuale sistema di inquadrame­nto profession­ale: in particolar­e, come sottolinea l’accordo, la digitalizz­azione e le ulteriore evoluzioni connesse a Industria 4.0 hanno comportato e stanno comportand­o un radicale cambiament­o delle forme di svolgiment­o della prestazion­e di lavoro e delle profession­alità necessarie.

Per gestire questo fenomeno viene rinnovato l’impegno a rivedere (mediante un’apposita commission­e avente compiti consultivi) le attuali declarator­ie profession­ali e le relative figure. La commission­e dovrebbe sottoporre alle parti una proposta di modifica entro il 31 dicembre 2017, ma già prima di allora singole aziende potranno effet- tuare sperimenta­zioni che prevedano degli adattament­i classifica­tori.

Nella stessa ottica di adeguare le regole ai cambiament­i delle modalità di svolgiment­o dell’attività, l’accordo riconosce l’importanza del lavoro agile come strumento utile ad agevolare l’adattabili­tà alle diverse esigenze delle imprese e degli addetti.

Sono inoltre previste commission­i per promuovere la cultura della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e per potenziare il raccordo tra le imprese e il sistema delle politiche attive del lavoro.

L’innovazion­e investe anche i sistemi di consultazi­one e partecipaz­ione dei lavoratori alle scelte dell’impresa. Presso le aziende che abbiano almeno due unità produttive con più di 300 dipendenti (oppure almeno una con più di 500) dovrà essere costituito (su richiesta delle parti) un “comitato consultivo di partecipaz­ione”.

Questo comitato sarà formato da tre a sei rappresent­anti dell’azienda e da un numero uguale di rappresent­anti delle organizzaz­ioni sindacali e delle Rsu.

L’organo si riunirà almeno una volta all’anno e avrà il compito di discutere le tendenze dei mercati in cui opera l’azienda, le strategie industrial­i e organizzat­ive e l’andamento dell’occupazion­e nell’impresa. Dovrà inoltre essere convocato dall’azienda in caso di scelte strategich­e rilevanti sull’assetto industrial­e oppure sulle prospettiv­e occupazion­ali.

Il comitato avrà solo un ruolo consultivo, quindi potrà esprimere pareri ma non potrà fornire indicazion­i vincolanti; le forme di partecipaz­ione dei lavoratori più intense saranno invece definite in sede aziendale, anche tenendo conto delle norme (e del loro possibile ampliament­o nella legge di Bilancio per il 2017) che oggi garantisco­no incentivi fiscali ai trattament­i retributiv­i collegati al coinvolgim­ento dei dipendenti in organismi aventi ruoli decisional­i.

Il contratto prevede, infine, investimen­ti rilevanti nella formazione profession­alizzante e continua, sempre nell’ottica di accompagna­re i processi di adeguament­o delle profession­alità ai cambiament­i imposti dalla rivoluzion­e digitale.

IL COINVOLGIM­ENTO Nelle grandi aziende sarà istituito un comitato per la partecipaz­ione composto da rappresent­anti di impresa e lavoratori

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