All’Eurogruppo Italia sotto la lente
I ministri europei decideranno oggi come valutare la Finanziaria per il 2017
pI l voto referendario italiano è tra gli appuntamenti politici più seguiti di questa fine anno a Bruxelles. Il destino vuole che proprio oggi si tenga una riunione dei ministri delle Finanze, dopo che nelle scorse settimane l’establishment comunitario aveva preso posizione a favore del Sì nel voto sulla riforma del Senato che si è tenuto ieri. L’Eurogruppo dovrà decidere come giudicare la Finanziaria italiana del 2017 e magari anche esprimersi sulla situazione bancaria.
Bruxelles ha tenuto conto dell’incertezza politica italiana quando ha pubblicato in novembre una opinione attendista della Finanziaria 2017. L’esecutivo comunitario ha considerato il testo «a rischio di non rispetto del Patto di Stabi- lità e di Crescita», ha invitato quindi il governo a prendere misure per rimettere i conti in carreggiata, ma ha rinviato alle prossime settimane decisioni su eventuali infrazioni alla regola che prevede riduzioni drastiche del debito (si veda Il Sole 24 Ore del 17 novembre).
«Mi aspetto che i ministri seguiranno fedelmente le posizione della Commissione», spiega un responsabile europeo. Il voto di ieri influenzerà la discussione. In quale direzione? Alcuni osservatori sostengono che con il voto alle spalle i ministri potrebbero essere più esigenti sulla necessità di ridurre il deficit pubblico, preoccupati dall’andamento dei mercati finanziari e da una situazione economica italiana che è ormai considerata una minaccia per il futuro della zona euro.
Sempre più spesso esponenti comunitari e diplomatici nazionali mettono l’accento sui nodi italiani, irrisolti a venti anni dalla nascita dell’euro, e che si riflettono in una perdurante divergenza con il cuore dell’Europa: il debito pubblico, la disoccupazione giovanile, la bassa produttività, le diseguaglianze sociali, le differenze geografiche. A complicare la situazione è che le stesse difficoltà contribuiscono a un crescente euroscetticismo italiano dalle conseguenze imprevedibili.
L’altro elemento di preoccupazione è il settore bancario, oberato da miliardi di sofferenze creditizie. Il governo ha deciso di ricapitalizzare il Monte dei Paschi di Siena con denaro privato. L’operazione non richiede il benestare comunitario, e ancora venerdì scorso il portavoce Ricardo Cardosio, ha spiegato: «La Commissione europea ha preso atto del processo di ricapitalizzazione di Mps e questo è pienamente in linea con le regole europee».
Rimane da capire cosa potrebbe succedere nel caso di una iniezione di denaro pubblico. Se i ndipendente da un intervento privato, la ricapitalizzazione pubblica prevede che azionisti e obbligazionisti contribuiscano all’operazione (sono le regole del bail-in). Nel caso di raggiro, in passato Bruxelles ha consentito che gli obbligazionisti ricevessero una qualche forma di rimborso, come è avvenuto nel caso spagnolo di Bankia in Spagna e nel caso di quattro banche regionali italiane.
Altra fattispecie è se lo Stato interviene nella ricapitalizzazione perché i privati sottoscrivono solo in parte l’aumento di capitale. La Commissione dovrà allora valutare se l’intervento dello Stato avviene a prezzi di mercato. In tal caso, potrebbe dare il benestare all’aiuto statale. In questa fase, l’esecutivo comunitario non vuole esprimersi su tali evenienze. Anche su questo fronte, il voto di ieri e l’eventuale reazione dei mercati oggi potrebbe essere l’occasione per fare il punto.
Domani, invece, si riuniranno i ministri delle Finanze dei Ventotto. La discussione riguarderà in particolare la proposta della Commissione di aumentare la dotazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi). Il presidente dell’esecutivo comunitario JeanClaude Juncker aveva proposto a metà settembre di portare il totale degli investimenti generati dal nuovo strumento finanziario da 315 a 500 miliardi di euro. I governi sono d’accordo, ma devono trovare una intesa sulle modalità.
SULLE BANCHE In discussione a Bruxelles anche la stabilità del sistema bancario italiano e la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena