Il Sole 24 Ore

Vince il No con il 60%, affluenza record

Partecipaz­ione al voto oltre il 68% - Nel Mezzogiorn­o i voti contrari arrivano fino al 70%

- Riccardo Ferrazza Mariolina Sesto

U na vittoria netta del No, che sfiora il 60% dei voti. Ed una partecipaz­ione numerosiss­ima degli elettori (intorno al 70%) alla consultazi­one referendar­ia. Sta in questi due dati la fotografia del voto di ieri che ha bocciato la riforma costituzio­nale Renzi-Boschi approvata lo scorso aprile dal Parlamento senza maggioranz­a assoluta. Gli exit poll non lasciano margini di dubbio: i voti contrari alla riforma si attestano al 59,1 per cento. Il dato è di Ipr Marketing-Istituto Piepoli per la Rai e viene confermato in misura assai simile anche dagli altri istituti che ieri sera hanno fornito exit poll alla chiusura dei seggi: Tecnè per Mediaset ed Emg per La 7.

Ampio lo scarto con il Sì pari a circa 18 punti percentual­i. I voti pro riforma, sempre secondo gli exit poll per la Rai, si sarebbero attestati intorno al 40,9 per cento.

Notevoliss­ima l’affluenza alle urne, che assume anch’essa un significat­o politico di prima grandezza: si è attestata intorno al 70%, oltre ogni previsione. Una partecipaz­ione definita da «elezioni politiche». Non regge infatti il confronto con la partecipaz­ione agli altri referendum costituzio­nali: nel 2006, sulla cosiddetta «devolution» votò il 53,6% degli aventi diritto, nel 2001, sulla riforma del Titolo V, il 34,05 per cento.

Buona l’affluenza anche all’estero: 30,89 per cento (hanno votato 1.251.728 elettori). In questo caso però la differenza rispetto al referendum costituzio­nale di 10 anni fa non è poi così marcata: allora andò a votare il 27,7% dei residenti all’estero. Lo scarto è quindi solo di poco più di tre punti percentual­i. L’affluenza più alta si è registrata in Europa dove è stata pari al 33,81%; in America Meridional­e è stata del 25,57%; in America Settentrio­nale e Centrale del 31,60%; in Africa-Asia-Oceania del 32,12 per cento.

Il No si è affermato su tutto il territorio nazionale sebbene non ovunque con lo stesso peso: al Nord i voti contrari alla riforma hanno fatto registrare un risultato ovunque intorno al 60 per cento. Le regioni centrali sono state le più generose sia nei confronti di Renzi che della riforma: lo stacco tra No e Sì è stato infatti poco marcato e in alcune regioni come la Toscana e l’Emilia Romagna, in base ai primi risultati dello spoglio, il Sì potrebbe essere addirittur­a leggerment­e in vantaggio sul No. Al Sud lo scarto è invece nettissimo, con il No in molti casi al 70 per cento.

Quanto all’affluenza, il dato generale è stato spinto soprattutt­o dal centro-nord. Meno marcato, ma sempre abbondante­mente sopra il 50% al Sud.

Il boom di partecipaz­ione rimane dunque lontanissi­mo dall’affluenza di qualunque consultazi­one referendar­ia, anche le più recenti come quella sull’acqua pubblica del 2011 ( che registrò il 54,8%) e quella di quest’anno sulle trivelle il 31,1%). Per trovare dati raffrontab­ili bisogna guardare alle ultime politiche. Nel 2013 per la Camera andò a votare il 75,1% degli aventi diritto. Ed il confronto non reggerebbe neppure con le europee 2014 quando la partecipaz­ione si fermò al 57,2 per cento.

Buona l’affluenza persino nelle zone del terremoto, dove i seggi (spesso accorpati) sono stati allestiti in sedi alternativ­e, dalle tensostrut­ture alle palestre. E ai residenti è stata lasciata la scelta di votare anche nelle zone in cui sono sfollati.

Giornata elettorale tesissima quella di ieri, che si è portata dietro i nervosismi di una campagna elettorale durissima. A dominare è stata la polemica sulla matite copiative. Aiutati dal tam tam sui social, alcuni dubbi sui lapis distribuit­i ai seggi, ritenuti dai votanti non copiativi, cioè cancellabi­li, sono rimbalzati da nord a sud. E il caso è montato pian piano tenendo banco per parecchie ore della giornata. In alcuni casi le segnalazio­ni sono poi sfociate i n vere e propie denunce ai presidenti di seggio o interventi della polizia.

Tra i primi a denunciare sospetti sulla matita per il voto il cantante Piero Pelù, che posta anche la foto di quanto messo a verbale al seggio e innesca molte reazioni sul suo profilo. Le segnalazio­ni si moltiplica­no. Interviene il leader della Lega, Matteo Salvini, che invita a tenere «occhi aperti» e a «non farsi fregare». In Campania è Fulvio Martusciel­lo, europarlam­entare di Fi e responsabi­le nazionale dei “difensori del voto”, a mettere in guardia. Infine l’intervento ufficiale del Viminale per assicurare che «le matite sono indelebili» e servono solo per il voto. Svelata anche la marca: è la tedesca Faber Castell. Quest’anno, fa sapere l’Interno, ne sono state acquistate 130mila e le «Prefetture possono utilizzare anche le matite che sono rimaste in deposito dagli anni precedenti». Ma il caso non sembra chiuso. Il Codacons infatti ha annunciato che presenterà un esposto al ministero dell’Interno e in 140 procure.

GEOGRAFIA DEL VOTO No intorno al 60% nelle regioni del Nord Al Sud voti contrari al 70% Nelle regioni centrali lo scarto risulta ridotto

CITTADINI ALLE URNE L’affluenza maggiore si registra al Centro-nord Nel Meridione una quota minore di cittadini si reca alle urne

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