Il «pallino» al Colle, ora le scelte del Pd
Il premier chiama Mattarella per annunciare le dimissioni - Spettano al partito di maggioranza le prossime mosse
pUna telefonata con Sergio Mattarella per annunciargli le dimissioni. E un discorso che ha letto al capo dello Stato accogliendone i suggerimenti. Con le dimissioni di Matteo Renzi ora il pallino passa al Quirinale che verificherà nei prossimi giorni l’esistenza o no di una maggioranza in Parlamento. E un passaggio decisivo saranno le scelte del Pd. Dal Colle fanno sapere che questa mattina si prenderà atto dell’addio del premier e che si comincerà subito a lavorare sulle nuove soluzioni tenendo conto che la legge di stabilità deve essere portata a termine e che è necessario riscrivere la legge elettorale.
Le valutazioni del capo dello Stato non potranno prescindere dalle scelte di chi in Parlamento detiene la maggioranza dei voti perché da lì tutto comincia e tutto può nascere: dal conto di chi potrebbe sostenere una soluzione diversa o addirittura premere l'acceleratore verso il voto anticipato. Una scelta complicata quest’ultima che mette il Pd nella posizione di prendere atto della sconfitta ma di valutare con responsabilità la situazione generale del Paese, del contesto economico e finanziario, della questione – caldissima – delle banche. Negli scenari del giorno prima – che ormai sono scavalcati dagli eventi – c’era l’ipotesi di una moral suasion del capo dello Stato per convincere Renzi di dare le dimissioni solo dopo l’approvazione definitiva della legge di Bilancio. Ma adesso si cercheranno altre strade. Si rafforza l’ipotesi di una crisi lampo e di un incarico al ministro del- l’Economia Padoan proprio per “spegnere” i possibili focolai che si trascinerebbe la crisi.
Certo è che l’apertura dei mercati di oggi influenzerà molto le scelte sul tavolo. E dunque c’è la consapevolezza che la road map si definirà man mano. Fino a ieri, infatti, dal Quirinale facevano sapere che Sergio Mattarella non aveva cambiato i suoi impegni in agenda. Tutto confermato incluso la visita a Milano prevista per mercoledì. Un segnale inteso a non drammatizzare il risultato delle urne. Far passare quindi un messaggio rassicurante, non ansiogeno riportando l’esito dentro i binari della normalità della vita democratica mostrando che le istituzioni restano salde di fronte alla supremazia della volontà popolare. Ma adesso, con le dimissioni di Renzi sul tavolo, il calendario cambia le sue scadenze.
Al Quirinale aspettano l’esito della direzione convocata da Renzi per avere un quadro chiaro e capire l’orientamento del partito di maggioranza per verificare l’esistenza di una maggioranza e non concludere la legislatura anticipatamente. Un rischio che Mattarella vorrebbe evitare a tutela della stabilità finanziaria del Paese ma che dipende da quali saranno i numeri in Parlamento.
La nota positiva, fanno sapere, è quella di un’affluenza così massiccia che viene valutata come il sintomo di un popolo che si riappropria dell’esercizio del voto schierandosi su un tema così vitale come la Costituzione. Non c’è stato disinteresse nè disaffezione, gli italiani hanno dimostrato un pieno coinvolgimento e una piena partecipazione, un dato importante per Mattarella.
L’OCCHIO AI MERCATI Il capo dello Stato valuterà la situazione finanziaria e delle banche ed eserciterà la moral suasion contro il voto anticipato