Il Sole 24 Ore

Cala l’euro, oggi il voto delle Borse

La moneta unica scende da 1,066 a 1,052 sul dollaro - Timori per le vendite sui titoli bancari

- Vito Lops @vitolops

pI mercati finanziari alla chiusura di venerdì si erano già posizionat­i su una vittoria del “No” al referendum costituzio­nale, ma con il “piano A”, ovvero con un risicato margine di vantaggio, tra il 51% e il 53%. Per questo motivo lo spread tra BTp e Bund è sceso a 161 punti, quasi 30 punti base in meno rispetto al picco toccato nei giorni precedenti, quando invece gli ultimi sondaggi a disposizio­ne - prima che ne scattasse lo stop alla divulgazio­ne - davano al fronte del “No” una quota vicina al 60%. Anche Piazza Affari si è posizionat­a sul “piano A” recuperand­o il 4% nell’ultima settimana, con l’indice Ftse Mib oltre 17mila punti.

Ma dalle prime indicazion­i arrivate ieri notte con le prime proiezioni che davano il “No” con un vantaggio più ampio, tra il 58% e il 60% - è probabile che i mercati debbano prepararsi ora a un “piano B”. Se questo scenario dovesse essere confermato i mercati potrebbero andare a prezzare l’inevitabil­e maggiore incertezza politica, perlomeno nel breve periodo.

I primi movimenti in direzione del “piano B” si sono visti subito nettamente a partire dalle 23 quando ha aperto il mercato delle valute. L’euro ha reagito con un netto calo nei confronti del dollaro con il cambio che è sceso di oltre una figura da 1,066 a 1,052. Anche la sterlina si è rafforzata nei confronti dell’euro da 0,84 a 0,83. Altri segnali di avversione al rischio si sono visti con gli acquisti sull’oro (+0,7%) e sui futures sull’apertura della Borsa tedesca, in calo di oltre un punto percentual­e. «Abbiamo subito notato movimenti di avversione al rischio con acquisti anche sullo yen, la valuta rifugio globale - spiega Vincenzo Longo, strategist di Ig -. Nel caso il “No” vincesse con proporzion­i nette, con oltre il 56%, non è da escludere un possibile ribasso anche di Piazza Affari, come indicato dai primi futures nella notte che indicavano un ribasso del 4,1%. In questo caso il listino rimangereb­be il +4% dell’ultima settimana».

Qualora la conta dei voti confermass­e questo scenario, il “piano B” dei mercati dovrebbe tenere anche conto dell’importante appuntamen­to di giovedì quando si riunirà il consiglio direttivo della Banca centrale europea. «In questo senso il summit della Bce arriva nel momento giusto - spiega Gianluca Beccaria, trader di Directa Sim -. I mercati vorranno avere delle rassicuraz­ioni immediate da parte di Draghi. Quindi le sue parole saranno analizzate con molta attenzione. In ogni caso fino a giovedì sui mercati c’è da aspettarsi volatilità, in un senso e nell’altro. Ci potrebbero essere anche delle giornate al rialzo, qualora chi ha puntato “short” dovesse chiudere le posizioni attraverso le ricopertur­e tecniche».

In caso di scenario avverso, la speculazio­ne potrebbe - come del resto accaduto nelle ultime settimane - attaccare molto più facilmente i titoli bancari, certamente più esposti dei BTp che invece benefician­o della protezione della Bce attraverso il piano di quantitati­ve easing in corso. «Non sarebbe da escludere, qualora gli exitpolls fossero confermati, una fiammata dello spread BTpBund a 190-200 punti - sottolinea Longo -. Ma difficilme­nte si andrà oltre perché i mercati si guardano ben oltre dallo sfidare una banca centrale».

Vale poi anche la pena ricordare che recentemen­te la volatilità ci ha abituati a escursioni massime. Il 9 novembre - dopo la vittoria di Trump - i future su Wall Street proiettava­no un ribasso del 5% ma poi a fine giornata la Borsa Usa ha chiuso addirittur­a in rialzo. Mentre il giorno dopo la Brexit, Piazza Affari ha perso il 12%.%.

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