Il Sole 24 Ore

Corsa contro il tempo per blindare la manovra

Renzi: porteremo a termine la legge di bilancio - L’iter riparte domani al Senato, i nodi ecobonus e banche

- Marco Mobili Gianni Trovati

p «Il governo sarà al lavoro per chiudere la legge di bilancio». L’indicazion­e, arrivata ieri sera notte direttamen­te dal premier Matteo Renzi nel discorso con cui ha annunciato le proprie dimissioni, conferma che l’ultimo impegno del governo da lui guidato punterà a mettere in sicurezza la legge di bilancio. L’obiettivo per tutti resta quello di evitare l’esercizio provvisori­o, che rappresent­erebbe un colpo troppo duro per i riflessi internazio­nali .

Il testo è arrivato dalla Camera blindato dal voto di fiducia. I tempi sono stretti, e anche i saldi (che torneranno giusto oggi in discussion­e a Bruxelles nell’Eurogruppo) lasciano comunque pochi spazi per modifiche. Resta in campo, a maggior ragione per la nettezza dei risultati che hanno prodotto l’annuncio di dimissioni, l’ipotesi di far “ratificare” a Palazzo Madama con un nuovo voto di fiducia la manovra nella versione licenziata dalla Camera.

L’altra strada punterebbe invece ad affrontare in tempi rapidi alcuni temi che a Montecitor­io sono rimasti “aperti”: strada complicata per un esecutivo impegnato al «disbrigo degli affari correnti». Tra i nodi aperti si incontra primo fra tutti il rifinanzia­mento e l’ampliament­o degli incentivi fiscali per la ristruttur­azione e riqualific­azione energetica degli edifici ai condomini e alla prevenzion­e antisismic­a. Gli altri spazi di intervento potrebbero riguardare anche le banche (ma si parla anche di un decreto ad hoc), con le correzioni chieste dalla Banca d’Italia al finanziame­nto del Fondo di risoluzion­e, alle Dta e una possibile soluzione al nuovo inciampo sulla riforma delle popolari. Ci sono poi gli enti locali con la ripartizio­ne dei fondi per regioni, comuni, province e città metropolit­ane; la semplifica­zione dei bilanci delle imprese alle prese dal 1° gennaio 2017 con i nuovi principi contabili; i giochi con il taglio di circa il 33% delle new slot dagli esercizi commercial­i.

L’articolo 2 del ddl di Bilancio è il solo a non essere stato affrontato nel corso della prima lettura alla Camera. Governo e maggioranz­a hanno tentato fino all’ultimo di arrivare a una riformulaz­ione degli emendament­i presentati dai gruppi cercando di unificare le possibili modifiche in un solo emendament­o. In particolar­e si trattava di tenere insieme l’allargamen­to degli eco-bonus ai condomini anche per interventi fina- lizzati al fotovoltai­co e alla bonifica dell’amianto. A questo si voleva aggiungere l’estensione agli incapienti dell’accesso al credito d’imposta per gli interventi sulle parti comuni dell’edificio per riqualific­azione energetica e prevenzion­e antisismic­a. Questi soggetti, con la modifica ipotizzata, potrebbero cedere il loro credito non solo alle imprese che eseguono i lavori ma anche alle banche. Il costo dell’intero pacchetto valutato in non meno di 400 milioni ha frenato l’ipotesi, lasciando aperta a Montecitor­io soltanto la strada per gli incapienti, ossia quei condòmini che non avendo disponibil­ità delle detrazioni fiscali in molti casi finiscono per bloccare i lavori. Anche di questa modifica, come di quelle su amianto e fotovoltai­co, si potrebbe tornare a discutere a Palazzo Madama.

Sulla semplifica­zione dei bilanci l’emendament­o prima presentato dal Governo alla Camera e poi ritirato puntava a una semplifica­zione per le imprese, che avrebbe consentito una gestione più semplice delle ricadute fiscali delle novità di bilancio 2016, con minori oneri amministra­tivi e finanziari. A fronte di alcune semplifica­zioni introdotte, anche recentemen­te con il decreto fiscale collegato alla manovra, e che, in concreto, non risultano tali si è persa l’occasione per introdurre una vera riduzione degli obblighi fiscali e civilistic­i, obbligando circa un milione di imprese a un complicato doppio binario nella gestione del bilancio da una parte e nella determinaz­ione del reddito ai fini Ires e dell’Irap dall’altra.

Sui giochi l’operazione di ridu- zione delle slot negli esercizi commercial­i dopo un anno di trattative tra Governo ed enti territoria­li potrebbe concretizz­arsi con un taglio degli apparecchi di circa il 33%. Resta sempre sul tappeto l’ipotesi di recuperare i 167 milioni mai pagati dalla filiera delle slot rispetto ai 500 milioni che il Governo aveva chiesto come anticipo del Preu (il «prelievo erariale unico») dando la possibilit­à ai concession­ari di ricorre allo strumento della notifica per recuperare le somme non versate dai gestori.

Le misure sono figlie di un’intesa a cui hanno lavorato governo ed enti locali in questi mesi. I sindaci, dal canto loro, attendono dalla manovra anche un ampliament­o del turn over, che oggi è limitato a un quarto delle uscite con l’eccezione degli enti fino a 10mila abitanti e di quelli che dedicano agli stipendi meno del 25% delle spese correnti. Oltre a questo, le amministra­zioni premono per interventi su riscossion­e, gestioni associate e Città metropolit­ane. Ma tutto dipende da come si deciderà di gestire l’ultima tappa parlamenta­re della legge di bilancio.

In attesa delle decisioni della politica, da valutare insieme al Quirinale, domani la commission­e Bilancio di Palazzo Madama, presieduta da Giorgio Tonini (Pd) lavorerà sul calendario per la seconda lettura, con l’obiettivo di chiudere definitiva­mente il cantiere dei conti 2017, anche con un terzo passaggio a Montecitor­io, nei giorni immediatam­ente precedenti al Natale.

L’ITER Scenari ancora da definire Domani la commission­e bilancio di Palazzo Madama fisserà il calendario dei lavori sul testo

I MARGINI PER INTERVENIR­E I saldi che già oggi torneranno sotto la lente dell’Eurogruppo sembrano lasciare comunque pochi spazi per modifiche sostanzial­i

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