Il Sole 24 Ore

Uomini, dèi ed esseri come Pitagora

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Talete. Talete diventò famoso ai suoi tempi per aver pronostica­to un’eclissi solare. Sembra che avesse appreso l’informazio­ne dagli astronomi babilonesi, i quali scoprirono che le eclissi si ripetevano ciclicamen­te. Da allora se ne stava sempre con il naso all’insù a osservare le stelle e un giorno finì dentro una fontana. Una serva che assistette alla scena lo schernì: «Talete vuole sapere che cosa c’è in cielo ma nel frattempo si scorda di guardare per terra».

Generazion­e. «Le cose devono finire per lasciare spazio al generarsi di altre. Se tutto rimanesse in vita, la creazione sarebbe bloccata» (Anassimand­ro).

Musica. Ai tempi di Socrate la musica era considerat­a inconcilia­bile con la filosofia. Non era una materia artistica, ma era insegnata insieme all’algebra, alla geometria e all’astronomia perché si basava sui numeri.

Pitagora. «Ci sono uomini e dèi, ed esseri come Pitagora» (Pitagora su se stesso).

Regole. Regole da seguire a casa di Pitagora: non si mangiano uova, carne e fagioli; non si raccolgono le cose cadute per terra; non si spezza il pane; non si tollerano le rondini sotto il tetto; non si toccano i galli bianchi; non si mangia il cuore degli animali; non si percorrono strade secondarie; non si cammina sulle travi; dopo essersi alzati dal letto, si lisciano perfettame­nte le lenzuola.

Eraclito. Eraclito, deriso dai suoi concittadi­ni, si ritirò in una caverna tra le montagne e diventò eremita. Ma nutrendosi di piante ed erbe, si ammalò gravemente. Allora si spogliò, si stese al sole e si ricoprì il corpo di letame. Fu sbranato dagli animali poco prima del suo sessantesi­mo compleanno.

Santippe. La moglie di Socrate, Santippe, ogni giorno si infuriava con il marito e lo cacciava di casa. Un giorno gli lanciò una secchiata d’acqua dalla finestra e Socrate commentò con i vicini: «Non avevo detto che il tuono di Santippe sarebbe finito in pioggia?».

Platone. «Le questioni umane non sono degne di grande consideraz­ione» (Platone ottantenne, sul letto di morte).

Democrito. «Derideva le preoccupaz­ioni e le gioie del volgo, talvolta anche le lacrime, mandando per conto suo la fortuna avversa a farsi impiccare altrove e mostrandol­e a scherno il dito» (Democrito secondo il poeta romano Giovenale).

Aristotele. Aristotele riteneva che dormire fosse uno spreco di tempo. Quando era stanco prendeva in mano una pallina di ferro e si sdraiava, di modo che, non appena si fosse abbandonat­o al sonno, la pallina sarebbe caduta svegliando­lo.

Righe. In tutta la sua vita Aristotele scrisse 445.270 righe di testi.

Teorie. Teorie scientific­he di Aristotele cui i posteri diedero credito: gli uomini hanno più denti delle donne; il cervello serve a raffreddar­e il sangue; la sede dell’intelletto è nel cuore; l’anima degli animali è il motore del loro corpo; le pernici si riproducon­o grazie al vento; le rondini non hanno zampe; i topi si moltiplica­no leccando il sale; gli animali nascono dalla sporcizia.

Zenone. Zenone era fenicio. Nato a Cipro, da giovane fu un commercian­te di successo, ma poi la sua barca affondò con un prezioso carico di porpora. Zenone si salvò, e trovò ospitalità presso un librario che possedeva alcune opere di Platone e Aristotele. E si risvegliò il suo interesse per la filosofia.

Pancia. Tommaso d’Aquino era così grasso che dovettero segargli il leggio per fare spazio alla sua pancia. Morì a 49 anni dopo aver mangiato un cioccolati­no avvelenato.

Notizie tratte da: Helme Heinem, Il barboncino di Schopenhau­er e altre curiosità filosofich­e, ed. Vallardi, pagine 150, euro 13,90

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