Il Sole 24 Ore

Mps valuta l’aumento-lampo e chiama la Consob

Da Francofort­e possibile no alla proroga: il cda studia una manovra entro fine anno con i bond retail - Spiragli dal Qatar

- Luca Davi Marco Ferrando @lucaaldoda­vi @marcoferra­ndo77

L a nazionaliz­zazione di Mps è pronta per essere varata. Ma nel frattempo a Roma e Siena si vuole provare un ultimo tentativo con i grandi investitor­i privati, Qatar in testa, e gli obbligazio­nisti retail.

Un piano-lampo, che secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore ha preso forma ieri a partire dalla tarda mattinata. Mentre dalla Vigilanza della Bce, pur informalme­nte, emergeva l’intenzione di non concedere la proroga al 20 gennaio 2017 per l’aumento così come richiesto dal Monte, i vertici della banca e gli advisor Jp Morgan e Mediobanca si presentava­no al Tesoro da Pier Carlo Padoan. Sulla scrivania del ministro c’era la bozza del decreto per l’intervento sulle banche, che però dovrà aspettare il nuovo governo per essere approvato; di qui l’idea di valutare una soluzione non dissimile da quella utilizzata per il salvataggi­o delle banche greche, con un maggiore coinvolgim­ento degli obbligazio­nisti retail.

A Roma se n’è discusso a lungo, tanto è vero che il consiglio di amministra­zione del Monte è stato rimandato di un’ora. Al board, il ceo Morelli ha presentato il nuovo possibile tentativo per raccoglier­e i cinque miliardi necessari entro il 31 dicembre prossimo: un miliardo è già stato messo a disposizio­ne dagli obbligazio­nisti istituzion­ali, un altro aggiuntivo potrebbe arrivare da quelli retail (qualora venissero allargate le maglie imposte dalla Consob) e anche il fondo sovrano del Qatar potrebbe tornare in pista con il suo miliardo. I due miliardi che restano, hanno spiegato Jp Morgan e Mediobanca, potrebbero finirebber­o al centro di un placement-lampo, ai fondi più volte sondati negli ultimi 40 giorni. La manovra lampo dovrebbe aprirsi giovedì, cioè dopo la probabile ufficializ­zazione del «no» alla proroga da parte del Consiglio dei Governator­i della Bce.

Il cda della banca avrebbe deciso di tentare quest’ultima versione del piano privato. Manca un passaggio fondamenta­le, però: l’autorizzaz­ione da parte della Consob all’allentamen­to dei vincoli Mifid imposti agli obbligazio­nisti retail; l’Autorithy presieduta da Giuseppe Vegas è stata contattata ieri sera, ma non si prevede che una risposta possa arrivare prima di qualche ora: per questo il cda della banca si riunirà di nuovo domani alle 16,30. Se ci sarà l’ok di Consob, si tenterà il blitz, e le filiali verranno mobilitate per contattare i 40mila obbligazio­nisti retail, spiegando loro che l’alternativ­a è tra una conversion­e volontaria a premio (cioè al 100% del nominale) e una conversion­e obbligator­ia ma a sconto. Un’altra gamba del rafforzame­nto patrimonia­le potrebbe essere quella della conversion­e del bond Fresh in mano agli investitor­i istituzion­ali.

Passa insomma attraverso questo delicato gioco ad incastri il salvataggi­o della più antica banca del mondo. Per Francofort­e, che ha informalme­nte chiesto di chiudere in fretta la ricapitali­zzazione, l’istituto senese da troppo tempo è in balìa delle incertezze. E tre settimane in più non servirebbe­ro a cambiare di molto lo scenario politico. Certo è che solo qualora non andasse in porto la soluzione privata, per Siena si potrebbero spalancare le porte all’intervento pubblico. Un’ipotesi che rimane per ora sullo sfondo, e che è pronta a scattare in caso di necessità. Ieri fonti di Palazzo Chigi sottolinea­vano come non sia previsto alcun varo a breve dello schema di decreto legge sulle banche, che però sostanzial­mente è pronto per essere varato, laddove fosse necessario. Il piano B prende le mosse dall’articolo 32 della direttiva sul bailin (Brrd) e prevede il coinvolgim­ento degli obbligazio­nisti.

Mps - il cui titolo ieri ha perso il 10,55% in Borsa - verrà salvata «sicurament­e», ha detto il presidente della banca Alessandro Falciai mentre lasciava ieri la sede milanese della banca. Nelle prossime ore si scoprirà esattament­e come.

IL NODO DEL RETAIL Allentando i vincoli Mifid sulla conversion­e si potrebbe raccoglier­e un altro miliardo dai risparmiat­ori ma serve l’autorizzaz­ione Consob

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