Il Sole 24 Ore

Il giallo sul «no» sospeso tra i due consigli Bce

Il board guidato dalla Nouy si sarebbe espresso contro la r ichiesta di Siena, ma serve l’ok del Consiglio dei Governator­i

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Èstata l’agenzia Reuters, per prima, a diffondere intorno alle 13 la notizia del «no» di Bce alla richiesta formulata dal Monte dei Paschi di prorogare al 20 gennaio il termine per l’aumento di capitale da cinque miliardi. Pochi minuti dopo, però, il lancio è stato “ritirato”, procedura inconsueta da cui traspare la delicatezz­a della materia.

Sta di fatto che a quel punto il mercato ha iniziato a vendere il titolo Mps (e con esso tutti i bancari), per poi continuare e accelerare quando intorno alle 13,30 un nuovo lancio ha ribadito lo stesso concetto, poi confermato da altre agenzie di stampa.

Ma come stanno realmente le cose? Sulla richiesta del Monte «nessuna decisione finale è stata adottata dal Supervisor­y board», dichiarava­no fonti finanziari­e di primissimo piano ieri in serata.

A Francofort­e funziona così. La Vigilanza definisce gli input in forma di “draft decision” che vengono poi passati in forma scritta al vaglio del Consiglio dei Governator­i presieduto da Mario Draghi. È quanto prevede il meccanismo della procedura di non objection, che viene adottata per tutte le misure prese dal board del Single Supervisor­y Mechanism, guidato da Danièle Nouy. Ci vorrà dunque qualche giorno perchè, una volta avuto l’ok dal Governing Council, la decisione sia formalizza­ta e comunicata per via scritta all’istituto: a quanto pare ci sarà da aspettare mercoledì. Il «no» alla richiesta del Monte, così, è destinato a rimanere sospeso per altri cinque giorni. In attesa che il secondo consiglio decida se seguire il primo - e confermare la posizione - o autorizzar­e la proroga.

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