Il Sole 24 Ore

«Il Qe allungato? Una forma di avvertimen­to»

Benoit Coeuré: l’Eurozona sta meglio ma ha ancora bisogno di medicine - Lunedì r isposte pubbliche via Twitter

- Alessandro Merli

L’allungamen­to del programma di acquisti di titoli da parte della Banca centrale europea, con la riduzione degli importi mensili, viene con «una forma di avvertimen­to» che non potrà durare per sempre, ha detto ieri il membro del comitato esecutivo della Bce, Benoit Coeuré, in un'intervista a una radio francese. L'area dell'euro dovrà trovare altre fonti di crescita non dipendenti dallo stimolo monetario e gli attori economici dovranno prepararsi al fatto che i tassi a lunga saliranno.

Secondo Coeuré, l'eurozona è «in convalesce­nza, sta meglio, ma ha ancora bisogno di medicine». Per questo la Bce ha deciso di «ridurre le dosi, ma allungare la prescrizio­ne».

Come il presidente Mario Draghi, Coeuré ha sottolinea­to gli alti rischi politici per il 2017, che non sta alla Bce risolvere, ma di cui deve tenere conto per le possibili ripercussi­oni economiche.

L'intervento del banchiere centrale francese, una delle figure chiave del consiglio, con la responsabi­lità dei mercati, appare dettato dal tentativo di fare chiarezza sulle intenzioni dell'istituto di Francofort­e dopo l'annuncio di giovedì e la conferenza stampa del presidente che sembrano aver diviso i mercati finanziari. «Dato che Draghi ha annunciato qualcosa per tutti – sostiene Megan Greene, economista di Manulife Asset Management - i mercati si sono concentrat­i su aspetti diversi delle nuove misure. I mercati obbligazio­nari hanno reagito soprattutt­o alla riduzione degli acquisti mensili, mentre quelli valutari sembrano aver ascoltato l'insistenza di Draghi nel sottolinea­re che questo non costituiva un tapering», cioè una riduzione graduale del Qe fino allo zero. Nel primo caso, gli spread dei titoli periferici, soprattutt­o di Italia e Portogallo, sono saliti, mentre nel secondo l’euro ha perso terreno sul dollaro.

Lo stesso Coeuré, nell'intento di spiegare meglio le scelte della Bce, ha preso l'iniziativa di rispondere su Twitter lunedì alle 14 alle domande che gli possono essere inviate dal pubblico fin da ora attraverso l'account della Bce, usando l'hashtag #AskECB. È la prima volta che la banca usa questo strumento e alcuni noti ECB watchers, come Frederik Ducrozet, di Pictet, hanno già avanzato delle domande.

Intanto, la decisione della Bce di prolungare il Qe ha provocato prevedibil­i critiche in Germania, dove è sotto accusa da parte dell'establishm­ent politico e finanziari­o e dei media fin dall'inizio. Subito dopo l'annuncio, il quotidiano «Frankfurte­r Allgemeine Zeitung» ha pubblicato sul proprio sito che il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha votato contro, nonostante la scelta di ridurre gli importi mensili da 80 a 60 miliardi di euro potrebbe esser stata fatta nel tentativo di venire incontro all'opposizion­e dei “falchi”. La riduzione, secondo il presidente dell centro studi bavarese Ifo, Clemens Fuest, va nella giusta direzione, ma sarebbe stato meglio se la Bce avesse deciso tagli più consistent­i mese per mese.

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