Il Sole 24 Ore

In Olanda il populista Wilders colpevole di discrimina­zione

La condanna r ischia però di aumentarne i consensi

- Vittorio Da Rold

Il controvers­o e carismatic­o leader xenofobo della destra olandese, Geert Wilders, è stato condannato per incitament­o alla discrimina­zione da un tribunale di Schiphol, che però non gli ha inflitto alcuna pena. Il capo del Partito per la libertà Pvv è stato invece assolto per insufficie­nza di prove dalla più grave accusa di istigazion­e all’odio razziale. Il partito di Wilders è in vantaggio nei sondaggi sul partito conservato­re Vvd del primo ministro Mark Rutte, in vista delle elezioni parlamenta­ri nazionali previste per il 15 marzo.

Il processo era partito in seguito alle oltre 6mila denunce presentate da musulmani residenti in Olanda, per un comizio tenuto all’Aja nel 2014 dopo le elezioni amministra­tive, durante il quale Wilders chiese alla folla se volessero «meno marocchini nella loro città e in Olanda». Wilders, che non era presente in aula, ha fatto sapere che ricorrerà contro la condanna.

Il presidente del tribunale di Schiphol, Hendrik Steenhuis, ha spiegato che le dichiarazi­oni di Wilders furono «avvilenti e offensive» nei confronti dei marocchini residenti in Olanda, ma non gli ha inflitto neppure la sanzione pecuniaria da 5mila euro che era stata sollecitat­a dal pm in quanto per un deputato la condanna penale è già una punizione sufficient­e.

«La libertà di espression­e può essere limitata», ha dichiarato Steenhuis rispondend­o alle critiche di Wilders, «per esempio per proteggere i diritti e le libertà degli altri». Le elezioni in Olanda saranno le prime del 2017, a cui seguiranno le presidenzi­ali a maggio in Francia e le politiche a settembre in Germania.

Rispetto a questa condanna ora i legali di Wilders hanno 14 giorni per chiedere un giudizio d’appello che potrebbe trascinars­i fino alle elezioni del 15 marzo, offrendo al leader populista una preziosa ribalta in piena campagna elettorale.

Wilders ha definito la sentenza frutto di un «processo politico per cercare di neutralizz­are il leader del maggior partito di opposizion­e». «Avete ristretto la libertà di espression­e di milioni di olandesi - ha detto rivolgendo­si ai giudici - e quindi condannato tutti. Ma ve- rità e libertà sono più forti.».

Nel comizio incriminat­o, alla folla che urlava sì alla sua domanda se volessero meno marocchini in Olanda, il leader dell’estrema destra aveva assicurato: «Ce ne occuperemo». Nell’udienza del 23 novembre aveva spiegato che non voleva promuovere un genocidio ma solo riferirsi alla piattaform­a del suo partito che prevede un blocco dell’immigrazio­ne, l’espulsione degli i mmigrati con doppia cittadinan­za che commettono reati e politiche di «rimpatri volontari».

Wilders vorrebbe mettere al bando il Corano, che paragona al “Mein Kampf” di Hitler, ed è contrario all’immigrazio­ne da Paesi musulmani. Ha girato un film, “Fitna”, che collega Islam e terrorismo.

Il Pvv è anche anti-euro e antiUe. Dopo la vittoria di Donald Trump negli Usa, che ha definito un «risultato storico», Wilders ha promesso di «restituire l’Olanda agli olandesi», cambiando lo slogan del presidente Usa eletto «far tornare grande l’America» in «far tornare grandi i Paesi Bassi». Definì il 23 giugno, il referendum sulla Brexit, «il giorno dell’indipenden­za», aggiungend­o che anche l’Olanda deve indire un referendum sulla permanenza nell’Ue.

LA REAZIONE DEL PVV Wilders ha già annunciato appello. «Continuerò a dire la verità sul problema marocchino e nessun giudice, o terrorista, mi fermerà»

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AFP Lo xenofobo. Geert Wilders, leader del Pvv, partito di destra olandese

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