Anche nel 2016-17 la crescita resterà sotto l’1%
Le nuove stime di Banca d’Italia
Secondo la nuova prassi adottata all'interno del sistema europeo delle banche centrali, a ridosso della presentazione delle proiezioni Bce per l'eurozona, anche Bankitalia ha aggiornato le sue stime, confermando sia per quest'anno sia per il 2017 la prospettiva di crescita “below one per cent”. Detto in italiano, uno per cento al massimo, che è quanto i maggiori centri di previsione attualmente attribuiscono al nostro paese (le nuove stime di Bankitalia parlano di un ritorno a una crescita dell'1,1 per cento solo nel 2018).
È da alcuni trimestri, del resto, come ha da poco certificato anche l'Istat, che l'economia italiana si è portata su ritmi leggermente inferiori all'uno per cento. Questi ritmi di sviluppo certamente segnalano una discontinuità positiva con gli anni che abbiamo alle spalle. Ma ancora non bastano per riportare con rapidità i livelli produttivi in prossimità del potenziale di crescita dell'Italia. Tra l'altro, si è verificata di recente una decelerazione dei consumi, dovuta probabilmente al fatto che si stanno esaurendo le spinte all' aumento del potere d'acquisto delle famiglie provenienti da alcuni elementi di policy e di contesto che avevano carattere transitorio: gli 80 euro in busta paga, gli sgravi contributivi, la caduta del prezzo del petrolio.
Si può tuttavia ipotizzare, come fa Banca d'Italia nelle sue previsioni, che l'intonazione espansiva della politica di bilancio contribuirà a sostenere l'attività economica e gli investimenti in particolare. Questi ultimi, in effetti, negli ultimi trimestri hanno dimostrato un andamento moderatamente positivo, anche se per via Nazionale solo nel 2019 la spesa per investimenti, eccettuata quella per le costruzioni, si riporterà in prossimità dei livelli pre-crisi.
Sugli investimenti, variabile cruciale per la crescita, inciderà nel frattempo l'abbondante nebbia di incertezza politica che è destinata a ristagnare nei cieli del 2017 sui due lati dell'Atlantico (la novità radicale rappresentata da Donald Trump in Usa, l'anno elettorale nel Continente, il post-referendum in Italia e la Brexit sul versante europeo).
Anche per minimizzare gli effetti di eventuali turbolenze da incertezza politica, la Bce ha appena annunciato che il Quantitative easing sarà prolungato fino a dicembre
2017, ancorché con acquisti mensili di titoli pubblici inferiori agli attuali a partire da aprile prossimo. Il presidente Mario Draghi ha però sottolineato che per contrastare l'incertezza e rafforzare la crescita le riforme necessarie all' economia vanno fatte comunque. Non a caso. Da giovedì è infatti del tutto chiaro che il sostegno economico della politica monetaria ultra-accomodante anche in Europa non si può dare più per scontato, e che l'era dei tassi d'interesse molto bassi a un certo punto finirà: farsi trovare impreparati, in un paese ad alto debito come il nostro, non sarebbe la soluzione migliore.