Il Sole 24 Ore

Il piano per consolidar­e contenuti e distribuzi­one

- Leonardo Maisano

Invertendo gli addendi il risultato non cambia. A cinque anni dal fallimento dell’operazione che avrebbe dovuto mettere nelle mani di Rupert Murdoch il 100% di BSkyB, creando un asse con gli interessi transatlan­tici del tycoon di origine australian­a in previsione di consolidar­e le attività europee della pay tv, il deal si fa, ma percorrend­o una strada diversa. Lo scandalo News of The World che impedì a Rupert Murdoch di concludere la missione ri- trova consistenz­a, infatti, non più solo con BSkyB, ma unendo Sky Europe a Fox. Il progetto era sempre stato questo, ma l’incidente del News ha costretto Murdoch a procedere diversamen­te.

Prima c’è stata l’aggregazio­ne delle attività europee, portando sotto un’unica società i canali britannico, irlandese, italiano, tedesco e austriaco per poi porre le tv del Vecchio Continente dentro il gruppo Usa. L’unica differenza rispetto al progetto originale è che i quotidiani restano fuori dall’assetto tv che si intende consolidar­e.

Sull’operazione pesa l’incertezza della storia: in troppe occasioni il matrimonio non s’è potuto fare e il dubbio rimarrà fino al 6 gennaio almeno, deadline per fare della proposta di ieri un progetto concreto. Se così sarà, Rupert Murdoch avrà piantato paletti importanti per dettare le sue regole in Europa e Usa consolidan­do la sfida in un mondo delle telecomuni­cazioni che fa i conti con l’esigenza di coniugare sempre di più la produzione di contenuti con la distribuzi­one, in una logica crescente di sinergie che incrociano in ultima istanza quell’offerta quad (internet, tv, telefonia mobile e fissa) che resta il grande terreno di scontro in Europa e negli Usa. Se, per usare le parole di Jeremy Darroch ceo di Sky, il consolidam­ento europeo ha dato vita a suo tempo “a una pay tv multinazio­nale”, quello annunciato ora vede nascere la pay tv transatlan­tica di Rupert Murdoch.

Lo sviluppo di ieri segna uno sviluppo importante anche nell’assetto dei poteri in seno alla famiglia dell’imprendito­re nato in Australia, ma “attivo” su tutti gli scacchieri del mondo non solo in Usa ed Europa. Il delfino è sempre più James Murdoch, 44 anni, risorto dopo la temporanea emarginazi­one a cui lo aveva costretto lo scandalo dei tabloid britannici. James si colloca

IL CONSOLIDAM­ENTO L’unica differenza rispetto al progetto originale è che i quotidiani restano fuori dall’assetto tv

definitiva­mente oltre il fratello Lachlan e la sorella Elizabeth in quello che resta della corsa per assumere l’eredità dell’ottantaqua­ttrenne Rupert. È ceo di Fox ed è presidente di Sky, solo un inatteso colpo di scena potrebbe sfilarlo dal ponte di comando di un impero che nasce sotto il suo segno. E sotto quello di prevedibil­i polemiche già emerse nel gennaio scorso quando James fu nominato presidente di Sky. «Una nomina poco appropriat­a – ebbero a dire numerosi osservator­i – perché se Fox facesse un’offerta su Sky la pay tv europea dovrebbe poter contare su un presidente indipenden­te per tutelare i piccoli azionisti». L’offerta è arrivata, le polemiche seguiranno.

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