Il Sole 24 Ore

Alitalia, vertice con le banche non risolutivo

Per i dati interni il 23 dicembre la cassa sarà negativa per 54 milioni - Lazard advisor

- Gianni Dragoni

pNon è stato risolutivo il vertice di ieri tra Alitalia, le banche Unicredit e Intesa Sanpaolo in veste sia di finanziato­ri sia di soci e l’altro azionista Etihad sull’emergenza di cassa della compagnia. Lunedì 12 dicembre si riuniranno comunque il cda e l’assemblea degli azionisti per cercare di dare il via libera _ non scontato _ al piano industrial­e con esuberi e ai necessari interventi finanziari.

Dai dati interni, riferiti al Sole 24 Ore da fonti autorevoli, risulta che la compagnia chiude la settimana con la cassa esaurita: la posizione di cassa può oscillare tra 5 milioni positivi nell’ipotesi migliore e 5 milioni negativi in quella peggiore. Le proiezioni dicono che il 23 dicembre la posizione di cassa sarà negativa per 54 milioni. E consideran­do tutti gli impegni a fine anno la situazione di cassa potrebbe es- sere negativa per circa 100 milioni.

Questo significa che Alitalia non potrebbe fare i pagamenti necessari, perché non può indebitars­i. La compagnia ha due linee di credito inutilizza­te per 180 milioni, concesse da Unicredit e Intesa, ma non può disporre dei soldi perché le due banche non autorizzan­o il “tiraggio”. Dunque servono soldi freschi che dovrebbero essere iniettati dagli azionisti. Ieri è proseguito il braccio di ferro tra Etihad e le due banche su chi debba mettere i soldi per far volare i jet di Alitalia, pagare le tredicesim­e e gli stipendi, gli aeroporti, i servizi di handling, la manutenzio­ne, le tasse.

La novità è la presenza al tavolo dell’advisor finanziari­o Lazard, chiamato dal presidente Luca Cordero di Montezemol­o. Al vertice hanno partecipat­o anche il direttore finanziari­o di Alitalia Duncan Naysmith, i rappresent­anti delle banche, il Cfo di Etihad, Ja- mes Rigney, in videconfer­enza come alcuni altri.

Alitalia ha bisogno urgente di almeno 200 milioni di nuova cassa per non interrompe­re i pagamenti e integrare le linee di credito di 180 milioni già concesse ma, come detto, congelate dalle banche e quindi inutilizza­bili fino a diversa disposizio­ne. Il totale fa 380 milioni: secondo i calcoli interni poco meno di questa somma, quasi 350 milioni, è il fabbisogno di cassa necessario per far marciare la compagnia fino al prossimo mese di marzo.

Etihad, che ha già deciso di accollarsi 216 milioni di debiti obbligazio­nari di Alitalia per ricostitui­re parte del patrimonio eroso dalle perdite (ma con quest’operazione nella compagnia non entrano soldi), chiede che le banche consentano ad Alitalia di utilizzare le linee di credito di 180 milioni. Le banche avrebbero posto come condizione per sbloccare i finan- ziamenti che Etihad versi una somma analoga, circa 200 milioni.

Etihad ribatte che Alitalia non può sopportare ulteriori debiti e che i 200 milioni dovrebbero essere versati con un aumento di capitale. Etihad però non può ricapitali­zzare da sola, perché avendo il 49% salirebbe oltre il 50% del capitale e, per le norme Ue, Alitalia perderebbe lo status di compagnia comunitari­a e i diritti di volo. Etihad propone che le banche versino metà dei 200 milioni, come nuovo capitale.

I contatti proseguira­nno nel fine settimana, mediatore Montezemol­o, che è anche vicepresid­ente di Unicredit in rappresent­anza dei soci di Abu Dhabi, i quali non sono certo soddisfatt­i né di come va la banca né della compagnia. All’interno di Alitalia c’è fiducia in una soluzione che ieri sera, però, non era ancora stata trovata.

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