L’ineguale distribuzione della ricchezza
Come è distribuita la ricchezza? Sappiamo che non lo è in modo uguale, ma quanto è disuguale? Cosa la genera? La voglia di prender più rischi di alcuni e la timidezza dei più? O la diversa abilità delle persone? Ci sono Paesi o epoche in cui la ricchezza è distribuita in modo più disuguale o questa disuguaglianza è una “costante universale”. Vilfredo Pareto è andato vicino a sostenerlo quando inventò la formula che porta il suo nome che riassume in un singolo numero il grado di concentrazione della ricchezza in una quota della popolazione. Da questa alle prossime settimane mi occuperò di questo argomento. Come è distribuita? In modo molto disuguale. È questo fatto che attrasse Pareto, quando notò che indipendentemente dal Paese o dal periodo, la ricchezza ha una distribuzione molto particolare: poche persone ne hanno tantissima. La maggior parte ne ha poca. La sua formula cattura questo aspetto. I numeri rendono meglio il fenomeno. Nella più grande democrazia del mondo — gli Stati Uniti — il 10% della popolazione possiede il 70% della ricchezza del Paese. Dividiamo questi in 10 parti; una decima parte di questi ricchi — ovvero l’1% della popolazione — possiede il 35% della ricchezza del Paese. Se ripetiamo l’operazione e guardiamo allo 0,1% più ricco, questi hanno il 20% della ricchezza del Paese. Questa enorme concentrazione non è prerogativa Usa e non dipende (solo) dal fatto che in America domina un’economia di mercato. Anche in Svizzera il 10% più ricco ha il 70% della ricchezza. La Svizzera, si dirà, attrae i ricchi per motivi fiscali. Ma la Danimarca è meno orientata al mercato degli Usa e non è un paradiso fiscale. Ciononostante il 10% più ricco possiede però il 76% della ricchezza. E l’Italia? Se si usa l’ultima indagine della Banca d’Italia è meno disuguale che in questi Paesi: il 10% più ricco ha il 42% della ricchezza e l’1% più ricco l’11%. Ma nelle indagini non ci sono i super ricchi, per cui si sottostima e non poco la concentrazione. Ma anche così non cambia la conclusione: la ricchezza è ovunque molto concentrata.