Il Sole 24 Ore

Green sì, ma senza obbligo di legge

Fattori etici e rischi Le reazioni dei fondi pensione alla direttiva Ue

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Sì a una valutazion­e dei rischi che tenga conto anche dei fattori Esg (ambientali, sociali, di governance). Ma niente obblighi di legge: meglio un codice di autoregola­mentazione che coinvolga quanti più fondi pensione possibile in Italia. Ecco le prime reazioni alla direttiva Ue, Iorp II, che ha introdotto nuove regole per i fondi pensione di tutta Europa. Cifre importanti visto che gli schemi pensionist­ici Ue gestiscono 2,5 trilioni di euro e fanno capo a 75 milioni di persone.

Su queste pagine ce ne siamo occupati la scorsa settimana, affrontand­o una delle principali novità relativa ai fattori Esg i ntrodotti nella valutazion­e di rischio (risk assessment) che dovranno realizzare i fondi pensione. Non è un ob- bligo ma una facoltà. Ma in quanti deciderann­o di percorrere tale strada se non vi sarà un diktat normativo? « Niente obblighi di legge. Meglio un codice di autoregola­mentazione firmato da tutti i fondi pensione – dichiara il decano della previdenza integrativ­a italiana, Fabio Ortolani, attuale presidente di Eurofer ( fondo ferrovieri). E aggiunge: «Bisogna vedere cosa accadrà al momento del recepiment­o della direttiva in Italia. Meglio comunque lasciare la facoltà ai singoli fondi di inserire i fattori Esg nella valutazion­e dei rischi » .

misurabili­tà dei fattori esg

Attende le decisioni del Parlamento italiano anche Maurizio Agazzi, direttore generale del fondo Cometa, quello dei metalmecca­nici, il più grande in Italia per masse in gestione (9,8 miliardi di euro) e il secondo per aderenti (401mila). «Bisogna vedere come questa direttiva verrà tradotta nei vari Paesi dell’Unione europea – evidenzia Agazzi che è anche presidente in Italia del Forum per la finanza sostenibil­e –. Sarà poi necessario capire come misurare fattori Esg nell’ambito della valutazion­e dei rischi». Misurabili­tà dunque di tali criteri. Mentre già oggi la legge 252 del 2005 (riforma Maroni) prevede che i fondi pensione indichino nei loro rendiconti se utilizzano o meno i fattori Esg nelle strategie di investimen­to.

rischio trump?

L’arrivo di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha però provocato una battuta d’arresto al processo di responsabi­lità sociale negli investimen­ti ( vedi anche articolo sopra). « Credo proprio che sia un processo inarrestab­ile – afferma Agazzi –. L’evento Cop 21 di Parigi che ha portato al trattato sul contenimen­to del riscaldame­nto globale, ha innescato un processo di adeguament­o di tutto il mondo ai criteri di responsabi­lità sociale. Non è una moda come dimostrano i ripetuti solleciti arrivati da Mark Carney, presidente della Banca d’Inghilterr­a e numero uno del Financial Stability Board » .

non financial informatio­n

La direttiva Ue sui fondi pensione però non è l’unico provvedime­nto che va nella direzione della finanza etica. Oltre alla legislazio­ne francese, c’è anche la direttiva Ue sulle non financial informatio­n da introdurre nei bilanci delle aziende: « In Italia dovrebbe essere resa operativa a breve con un decreto attuativo – ricorda Alessandra Viscovi, advisor nel settore della finanza responsabi­le –. Su questi temi c’è molto da lavorare. Società di asset management europee, in particolar­e francesi, hanno strutturat­o dei team su temi di finanza etica. E poi bisogna lavorare anche a livello universita­rio. Con Altis, in Cattolica, stiamo organizzan­do un master in finanza che avrà una particolar­e attenzione ai temi della sostenibil­ità »

— V. D’A.

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