Se la spending review colpisce solo i piccol i risparmiatori
Tutelare i grandi investitori, soprattutto esteri, e contestualmente penalizzare i piccoli risparmiatori italiani. Questo paradosso è stato osservato e messo in atto con la spending review, varata nel 2012 per ridurre i costi statali ed entrata in vigore a metà 2014.
Uno dei capitoli più corposi ha riguardato il taglio della spesa per affitti pagata dallo Stato e, in particolare, è stato previsto l’abbattimento in automatico del 15% dei canoni pagati dagli enti pubblici ai fondi immobiliari quotati sottoscritti da circa 400mila investitori retail. Chi aveva come inquilino la pubblica amministrazione ha dovuto quindi concedere un cospicuo sconto dall’oggi al domani (anzi a ieri visto che il provvedimento è entrato in vigore anche con effetti retroattivi), con due sole eccezioni. Le disposizioni della spending review non sono state infatti applicate ai fondi istituiti ai sensi dell’articolo 4 del Dl 351/2001 che ha autorizzato il Mef a conferire oltre 400 immobili dello Stato al Fondo immobili pubblici (Fip) gestito da Investire Sgr e al fondo Patrimonio Uno di Bnp Paribas Ream Italia. Due fondi riservati a investitori professionali, gestiti da due gruppi bancari privati, che non sono stati minimamente toccati dalla spending review. Un provvedimento che invece ha contribuito ad assottigliare i rendimenti offerti dai fondi quotati e offerti ai piccoli investitori, come documentato su Plus24 del 26 novembre scorso.
Se i sacrifici devono essere fatti, vanno spalmati su tutti. Non devono colpire solo i risparmiatori più deboli e tutelare i grandi investitori istituzionali, i gestori e tutte le banche che hanno garantito il collocamento dei due fondi: da Banca Imi a Barclays, dalla Royal Bank of Scotland a Lehman Brothers. Difficile capirne la logica. Tutt’al più, in nome della tanto decantata tutela del risparmio, sarebbe stato più opportuno esentare dalla spending review i fondi immobiliari collocati in banca e in Posta anche a migliaia di pensionati.
— G. Ur.