Il Sole 24 Ore

Rush finale per raggiunger­e le 60 ore di aggiorname­nto

Ricade sugli agenti l’obbligo di segnalare l’inadempime­nto La categoria vorrebbe una moratoria

- Pagina a cura di Federica Pezzatti

Una nuova grana si è abbattuta sulla categoria degli agenti assicurati­vi: il problema dell’aggiorname­nto profession­ale. Ossia delle famigerate 60 ore che il regolament­o 6/2014 Ivass ha disciplina­to e che devono essere effettuate entro la fine del 2016, salvo situazioni particolar­i (gravidanza, grave malattia o infortunio). Secondo quanto risulta a «Plus24» al rientro dalle ferie, quindi a circa 4 mesi dalla fine dell’anno, alcune compagnie avevano contabiliz­zato inadempien­ze della propria rete nell’ordine del 70%-80% dei soggetti che non avevano ancora completato il monte ore richiesto da Ivass.

L’aggiorname­nto profession­ale è obbligator­io per tutta la categoria degli intermedia­ri assicurati­vi operativi (agenti, subagenti, collaborat­ori vari, addetti all’interno e così via). Molti di essi si sono avvalsi della possibilit­à data da Ivass di effettuare solo 15 ore nel primo anno di entrata in vigore del regolament­o, spalmando su due anni l’obbligo complessiv­o. Così in molti si sono trovati nel 2016 in forte ritardo, dovendo arrivare alle 60 ore (e avendone 45 da effettuare) sia per l’aggiorname­nto proprio che della propria rete e agenzia.

Tra l’altro la nuova regolament­azione in materia ha reso gli aggiorname­nti (in particolar­e quelli realizzati a distanza) più rigidi: sono previsti standard di controllo più rigorosi con step di verifica della reale permanenza al computer per un certo numero di ore da parte dell’iscritto al Rui. «I corsi di autoformaz­ione forniti dalle compagnie ora sono strutturat­i in moduli (a tempo e con infiniti pop-up non evitabili) e soprattutt­o viene tenuto conto del conteggio del tempo necessario a completarl­i)», denunciano alcuni agenti sui quali ricade anche l’onere di formare i propri collaborat­ori. E c’è chi fa notare come «si rischi di passare più tempo a gestire l’aggiorname­nto che a vendere –, si sfoga un agente –, oppure ci troveremo con risorse dimezzate e personale non più addetto alla vendita». Il tutto in un periodo dove le compagnie chiedono maggiore impegno commercial­e. L’agente fa notare che una impiegata part-time di 4 ore dovrebbe spendere 15 giorni di lavoro per fare 60 ore. Tra l’altro visto, secondo molti agenti, il tempo reale richiesto per completare gli step previsti dai corsi raddoppia, rispetto a quanto contabiliz­zato ai fini del raggiungim­ento delle ore di aggiorname­nto, il tutto a di- scapito del lavoro d’agenzia.

Ma cosa accade a chi non riesce a mettersi in regola per tempo? Lo ha spiegato una compagnia primaria alla propria rete. «Secondo i recenti chiariment­i dell’istituto di vigilanza i soggetti che risulteran­no aver violato l’obbligo di aggiorname­nto profession­ale alla data del 31 dicembre 2016, non essendo nella condizione di porre il proprio business in sicurezza, dovranno ritenersi inibiti dall’attività stessa a cura del proprio agente, per i soggetti iscritti alla sezione E anche avvisando Ivass entro 5 giorni contestual­mente confermand­o di aver interrotto i rapporti con collaborat­ori E (art.36 cc 1 e 5 del Reg. Isvap n.5/2006)». La compagnia poi continua riferendo che «i cancellati dalla sezione E del Rui a causa del mancato adempiment­o, potranno riprendere l’attività solo dopo aver ricostitui­to il requisito, nonché dopo aver versato nuovamente la tassa di concession­e governativ­a». Insomma a quanto pare sull’aggiorname­nto non si scherza e le grane sono soprattutt­o degli agenti che spesso devono lottare con piattaform­e e sistemi informatic­i (su cui viene erogata la formazione a distanza) non sempre prestanti, anche a causa del prevedibil­e sovraffoll­amento delle connession­i, per il rush finale. Tanto che la categoria gradirebbe una moratoria, per la conclusion­e dei corsi ancora in sospeso, in ragione della novità del primo biennio di applicazio­ne del regolament­o Ivass 6/2014.

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