Rush finale per raggiungere le 60 ore di aggiornamento
Ricade sugli agenti l’obbligo di segnalare l’inadempimento La categoria vorrebbe una moratoria
Una nuova grana si è abbattuta sulla categoria degli agenti assicurativi: il problema dell’aggiornamento professionale. Ossia delle famigerate 60 ore che il regolamento 6/2014 Ivass ha disciplinato e che devono essere effettuate entro la fine del 2016, salvo situazioni particolari (gravidanza, grave malattia o infortunio). Secondo quanto risulta a «Plus24» al rientro dalle ferie, quindi a circa 4 mesi dalla fine dell’anno, alcune compagnie avevano contabilizzato inadempienze della propria rete nell’ordine del 70%-80% dei soggetti che non avevano ancora completato il monte ore richiesto da Ivass.
L’aggiornamento professionale è obbligatorio per tutta la categoria degli intermediari assicurativi operativi (agenti, subagenti, collaboratori vari, addetti all’interno e così via). Molti di essi si sono avvalsi della possibilità data da Ivass di effettuare solo 15 ore nel primo anno di entrata in vigore del regolamento, spalmando su due anni l’obbligo complessivo. Così in molti si sono trovati nel 2016 in forte ritardo, dovendo arrivare alle 60 ore (e avendone 45 da effettuare) sia per l’aggiornamento proprio che della propria rete e agenzia.
Tra l’altro la nuova regolamentazione in materia ha reso gli aggiornamenti (in particolare quelli realizzati a distanza) più rigidi: sono previsti standard di controllo più rigorosi con step di verifica della reale permanenza al computer per un certo numero di ore da parte dell’iscritto al Rui. «I corsi di autoformazione forniti dalle compagnie ora sono strutturati in moduli (a tempo e con infiniti pop-up non evitabili) e soprattutto viene tenuto conto del conteggio del tempo necessario a completarli)», denunciano alcuni agenti sui quali ricade anche l’onere di formare i propri collaboratori. E c’è chi fa notare come «si rischi di passare più tempo a gestire l’aggiornamento che a vendere –, si sfoga un agente –, oppure ci troveremo con risorse dimezzate e personale non più addetto alla vendita». Il tutto in un periodo dove le compagnie chiedono maggiore impegno commerciale. L’agente fa notare che una impiegata part-time di 4 ore dovrebbe spendere 15 giorni di lavoro per fare 60 ore. Tra l’altro visto, secondo molti agenti, il tempo reale richiesto per completare gli step previsti dai corsi raddoppia, rispetto a quanto contabilizzato ai fini del raggiungimento delle ore di aggiornamento, il tutto a di- scapito del lavoro d’agenzia.
Ma cosa accade a chi non riesce a mettersi in regola per tempo? Lo ha spiegato una compagnia primaria alla propria rete. «Secondo i recenti chiarimenti dell’istituto di vigilanza i soggetti che risulteranno aver violato l’obbligo di aggiornamento professionale alla data del 31 dicembre 2016, non essendo nella condizione di porre il proprio business in sicurezza, dovranno ritenersi inibiti dall’attività stessa a cura del proprio agente, per i soggetti iscritti alla sezione E anche avvisando Ivass entro 5 giorni contestualmente confermando di aver interrotto i rapporti con collaboratori E (art.36 cc 1 e 5 del Reg. Isvap n.5/2006)». La compagnia poi continua riferendo che «i cancellati dalla sezione E del Rui a causa del mancato adempimento, potranno riprendere l’attività solo dopo aver ricostituito il requisito, nonché dopo aver versato nuovamente la tassa di concessione governativa». Insomma a quanto pare sull’aggiornamento non si scherza e le grane sono soprattutto degli agenti che spesso devono lottare con piattaforme e sistemi informatici (su cui viene erogata la formazione a distanza) non sempre prestanti, anche a causa del prevedibile sovraffollamento delle connessioni, per il rush finale. Tanto che la categoria gradirebbe una moratoria, per la conclusione dei corsi ancora in sospeso, in ragione della novità del primo biennio di applicazione del regolamento Ivass 6/2014.