It aliani popolo di risparmiatori ma il salvadanaio fatica a riempirsi
Da sempre gli italiani sono più “formiche” che “cicale”. Le famiglie mettono da parte i soldi per i grandi progetti e per far fronte a eventuali futuri imprevisti. Risparmiare, però, è diventato ormai un lusso per pochi. Riempire il salvadanaio non è più lo “sport nazionale”, ma una disciplina d’élite. Se nel 2013 riuscivano ad accantonare in media 306 euro al mese, ora riescono a risparmiare ogni mese appena 265 euro. A confermarlo è un’indagine internazionale realizzata dal gruppo assicurativo Aviva,con il supporto dell’istituto di ricerca Ipsos, per analizzare l’attitudine al risparmio da parte dei consumatori in 12 Paesi: Usa, Canada, Irlanda, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Turchia, Cina, Singapore e Indonesia.
La propensione al risparmio degli italiani è diminuita quindi del 13% in un triennio. E insieme alle conclamate difficoltà a mettere i soldi da parte, calano anche l’ottimismo e le speranze. Il 48% degli italiani intervistati dall’Ipsos spera di riuscire a mantenere i propri livelli di risparmio e investimenti nei prossimi 12 mesi. Mentre l’intenzione di aumentare la quota destinata al risparmio è indicata solo dal 15% degli intervistati, a fronte di una media del 33% negli altri Paesi inclusi nello studio. Anche nei programmi d’investimento gli italiani risultano essere più cauti rispetto ad altri. A oggi, un italiano su due è titolare di un prodotto finanziario di risparmio, mentre le proporzioni scendono a uno su tre per gli strumenti d’investimento e a circa uno su 10 per la previdenza integrativa.
A tal riguardo l’intenzione di risparmiare degli italiani per sostenersi durante la pensione è in linea con quella degli altri Paesi. Ma nella pratica solo il 33% degli italiani mette regolarmente denaro da parte in vista della pensione, a fronte di una media globale del 40%. Più del 60% ritiene che ci deve pensare “Mamma Stato”, anche se i lavoratori che confidano nella futura pensione statale sono solo il 30%, mentre il 40% teme di dover continuare a lavorare anche quando percepiranno una misera pensione. Gli italiani più preoccupati di non potersi garantire un adeguato standard di vita quando andranno in pensione sono sicuramente le fasce più giovani 18-34, ma sono le stesse purtroppo incapaci di attivarsi per un risparmio finalizzato alla pensione. Del resto anche l’ultimo rapporto del Censis ha sancito che i giovani sono sempre più poveri e intrappolati nel giro infernale dei lavoretti a basso costo, a termine e senza più “ascensore sociale”.