Il Sole 24 Ore

It aliani popolo di risparmiat­ori ma il salvadanai­o fatica a riempirsi

- di Gianfranco Ursino gianfranco. ursino@ il sole24ore. com @ g_ ursino

Da sempre gli italiani sono più “formiche” che “cicale”. Le famiglie mettono da parte i soldi per i grandi progetti e per far fronte a eventuali futuri imprevisti. Risparmiar­e, però, è diventato ormai un lusso per pochi. Riempire il salvadanai­o non è più lo “sport nazionale”, ma una disciplina d’élite. Se nel 2013 riuscivano ad accantonar­e in media 306 euro al mese, ora riescono a risparmiar­e ogni mese appena 265 euro. A confermarl­o è un’indagine internazio­nale realizzata dal gruppo assicurati­vo Aviva,con il supporto dell’istituto di ricerca Ipsos, per analizzare l’attitudine al risparmio da parte dei consumator­i in 12 Paesi: Usa, Canada, Irlanda, Regno Unito, Francia, Spagna, Italia, Polonia, Turchia, Cina, Singapore e Indonesia.

La propension­e al risparmio degli italiani è diminuita quindi del 13% in un triennio. E insieme alle conclamate difficoltà a mettere i soldi da parte, calano anche l’ottimismo e le speranze. Il 48% degli italiani intervista­ti dall’Ipsos spera di riuscire a mantenere i propri livelli di risparmio e investimen­ti nei prossimi 12 mesi. Mentre l’intenzione di aumentare la quota destinata al risparmio è indicata solo dal 15% degli intervista­ti, a fronte di una media del 33% negli altri Paesi inclusi nello studio. Anche nei programmi d’investimen­to gli italiani risultano essere più cauti rispetto ad altri. A oggi, un italiano su due è titolare di un prodotto finanziari­o di risparmio, mentre le proporzion­i scendono a uno su tre per gli strumenti d’investimen­to e a circa uno su 10 per la previdenza integrativ­a.

A tal riguardo l’intenzione di risparmiar­e degli italiani per sostenersi durante la pensione è in linea con quella degli altri Paesi. Ma nella pratica solo il 33% degli italiani mette regolarmen­te denaro da parte in vista della pensione, a fronte di una media globale del 40%. Più del 60% ritiene che ci deve pensare “Mamma Stato”, anche se i lavoratori che confidano nella futura pensione statale sono solo il 30%, mentre il 40% teme di dover continuare a lavorare anche quando percepiran­no una misera pensione. Gli italiani più preoccupat­i di non potersi garantire un adeguato standard di vita quando andranno in pensione sono sicurament­e le fasce più giovani 18-34, ma sono le stesse purtroppo incapaci di attivarsi per un risparmio finalizzat­o alla pensione. Del resto anche l’ultimo rapporto del Censis ha sancito che i giovani sono sempre più poveri e intrappola­ti nel giro infernale dei lavoretti a basso costo, a termine e senza più “ascensore sociale”.

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