Quercus punta a raccogliere 500 milioni di euro
Primo closing a 150 milioni di euro
150 milioni Il valore del closing
del primo fondo
Mezzo miliardo per investire nelle energie rinnovabili in Italia e in Europa. Questo l’obiettivo complessivo di raccolta dei tre fondi lanciati da Quercus.
pMezzo miliardo per investire nelle energie rinnovabili in Italia e in Europa. Questo l’obiettivo complessivo di raccolta dei tre fondi lanciati da Quercus, che è già arrivato al primo closing da 150 milioni. «Nell’ultimo anno e mezzo Quercus ha iniziato un nuovo progetto che si articola in tre fondi lanciati all’inizio di quest’amnno: due, da 150 milioni l’uno, investiranno in Italia e uno da 200 milioni in Europa. Puntiamo, così, a diventare uno dei 3 fondi europei che investorno in energie rinnovabili» spiega Diego Biasi, cofondatore e ceo della società di investimento, che aggiunge poi: «Quercus ha già investito interamente due fondi per complessivi 200 milioni di euro. Il track record del fondo italiano è di un annula dividend yield del 5% e di quello europeo del 6%, mentre i ritorni sono rispettivamente intorno al 9% e 10%».
All’inizio del 2016, Quercus ha lanciato i tre nuovi fondi: Italian Wind da 150 milioni di euro; Italian Solar da 150 milioni e European MultiTech da 200 milioni. «Sono convinto che in questo settore ci siano ampi spazi per fare aggregazione di impianti. A questo scopo creeremo un’unica piat- taforma di impianti eolici in Italia, così come per gli impianti solari. La stessa cosa faremo per le biomasse e l’idroelettrico in Europa» commenta Vito Gamberale, presidente di Quercus, che prosegue: «Abbiamo già raccolto 150 milioni e li babbiamo già quasi investiti tutti. In particolare abbiamo fatto un investimento nel solare in Italia con il partner finanziario Swiss Life».
L’investimento, concluso nella primavera scorsa con l’acquisizione degli asset rinnovabili ceduti dal fondo di private equity francese Antin Investment Partners, frutterà agli investitori di Quercus già un dividendo straordinario superiore al target di dividendo annuale previsto dal regolamento: «La cedola straordinaria è generata da un rifinanziamento importante del debito, che stiamo portando a termine nell’ambito della ristrutturazione finanziaria degli asset acquisiti e per due piccole acquisizioni fatte in seguito. L’operazione avverrà attraverso l’emissione di un bond, che ci permetterà anche di liberare liquidità, ora ferma a causa dei covenant previsti dall’accordo con le banche creditrici» precisa Biasi.
Guardando alle strategie future Gamberale sottolinea: «L’obiettivo è di acquisire impianti esistenti, con un minimo di tre anni di consolidata attività alle spalle: si vuole avere certezza delle effettive potenzialità produttive. Aspetto questo che, insieme a tariffe definite, attribuite ai singoli impianti, consente di collocare le quote dei 3 fondi come high yield bond, con il privilegio di essere correlate ad asset “investment grade” e totalmente decorrelate dalla volatilità dei mercati».
I RITORNI Il fondo italiano specializzato nel solare ha già realizzato un primo investimento che genera un dividendo straordinario