Il Sole 24 Ore

Tassi e Borse

Tra i settori più reattivi industrial­i e consumi ciclici

- di Lucilla Incorvati

L’inflazione rialza la testa ma soprattutt­o i tassi tornano a salire. Sembra essere questo la scenario con il quale nei prossimi mesi chi gestisce scelte di investimen­to dovrà confrontar­si.

Secondo Angelo Meda, responsabi­le azionario Banor Sim, mentre è decisament­e difficile capire se nei prossimi mesi prevaranno forze deflattive o inflattive, più probabile è un rialzo dei tassi reali. «La ragione è ovvia — spiega il gestore — i tassi reali sono ai minimi storici da troppo tempo ed è probabile un rialzo non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. Anche se si tratta di un contesto di là da venire».

Quale l’effetto sui mercati azionari? Ma soprattutt­o quali i settori favoriti e quelli più penalizzat­i? In generale un aumento dei tassi è negativo per i mercati azionari e per tutte le società molto indebitate, in particolar­e per chi ha molto debito a tasso variabile. Alcune blue chip (Eni, Enel, Telecom eccetera) hanno un livello di debito molto alto ma grazie a scadenze lunghe per loro l’impatto di un rialzo dei tassi potrebbe essere diluito.

«Con un rialzo dei tassi — aggiunge Meda — le banche ne benefician­o, così come gli assicurati­vi perché soprattutt­o sulle polizze Vita possono garantire ai clienti più alti rendimenti ma anche caricare commission­i più alte sui con- tratti. Al contrario le utilities regolate sono le società che subiscono maggiormen­te un rialzo dei tassi » .

Debito e aumento dei tassi è certamente un legame pericoloso per le aziende ma va analizzato caso per caso e in modo diverso sui diversi settori. «Il fattore debito da solo è limitativo — spiega Alessandro Allegri, amministra­tore delegato di Ambrosetti Asset Management Sim —. Prendiamo ad esempio i bancari, sono indubbiame­nte tra le società più esposte. Tuttavia, potrebbero essere colpiti meno perché al momento le banche si possono finanziari­e grazie all’effetto Bce a costo praticamen­te nullo. E credo che nel medio termine la politica monetaria della Bce continuerà a facitare il settore bancario. Se invece guardiamo le utilities sono anche loro aziende molto indebitate in termini assoluto. Ma si deve valutare caso per caso quanto è sostenibil­e l’indebitame­nto in ogni singola realtà.

Per esempio, un’azienda come Enel che ha un elevato flusso di cassa può sostenere un alto indebitame­nto. Inoltre, la preoccupaz­ione dei tassi alti potrebbe essere risolvibil­e con un modello di business in grado di ribaltare sugli utenti finali i costi». Secondo l’esperto anche per le aziende del settore telecom un aumento dei tassi può essere molto pericoloso perché non solo sono molto indebitate ma sono anche condannate a fare forti investimen­ti per continuare ad essere competitiv­e sul mercato.

Secondo l’esperto tra i settori meglio messi in prospettiv­a ci sono i consumi ciclici e gli industrial­i perché potrebbero essere quelle più veloci nell’adattare il modello di business alla nuova realtà dei tassi. «Tuttavia queste consideraz­ioni sono valide pensando ai risultati di bilancio di una società. Ma attenzione — conclude Allegri — legare i risultati di performanc­e di un titolo solo a un ciclo di sviluppo macro economico (comel’aumento possibile dell’inflazione) è molto limitativo nella selezione dei titoli».

Come ricordano in molti però, i mercato azionario non lavora solo sui dati di bilanci ma sulle aspettativ­e di crescita o meno delle diverse società. Insomma sono tante le variabili da considerar­e quando si valutano un’azienda e i corsi di Borsa.

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