Vitalizio a rischio per grillini e 2 Pd su 3
IL DIRITTO SCATTA DOPO IL 15 SETTEMBRE 2017
No a governi di scopo, men che ma idi legislatura. Nessuna disponibilità a tavoli sulla riforma elettorale etimo ripe runa legge“trucco ”. Ma un esecutivo Renzi che serva soltanto a traghettare l’ Italia al voto con il Legalicum, ovvero l’Italicum come sarà corretto dalla Consulta il 24 gennaio, esteso anche al Senato. Sarà questa la linea che oggi pomeriggio la delegazione del M5S - composta dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e dai due capigruppo Giulia Grillo e Luigi Gaetti - ribadirà al capo dello Stato Sergio Mattarella. Chiudendo all’ipotesi Gentiloni premier. «Sarebbe un governo avatar», dice Di Maio. Alessandro Di Battista rincara: «Sapete a cosa stanno pensando i politici del Pd? A quale pre- sidente scegliere per far la legge elettorale contro il M5S senza che vi sia il rischio di oscurare Renzi che si ricandiderà a Palazzo Chigi». Il «renziano di ferro» Gentiloni è perfetto per il ruolo, sostiene il deputato pentastellato: «Potrebbe fare il presidente qualche mese senza mettere in pericolo Renzi».
La posizione del M5S è stata ratificata ieri dalla seconda assemblea dei gruppi, dopo quella di mercoledì durante la quale non erano mancate proteste per la scelta di puntare sull’Italicum. E sono state decise an chele mosse suMps,prim ab attaglia all’orizzonte: i grilli nidi fenderanno a spada trattai piccoli risparmiatori .« Anche se siamo consapevoli delle difficoltà relative al quadro normativo vigente - spiega Carla Ruocco - riteniamo che sia stato sottovalutato da una inade- guata classe politica e da istituzioni di vigilanza che non hanno saputo intervenire per tempo». La riunione è arrivata dopo il nuovo richiamo di Beppe Grillo all’unità e il duro monito a mettere da parte personalismi e correnti. Che in realtà sono le due anime del M5S (quella pragmatica che fa capo a Di Maio e quella movimentista che si riconosce in Roberto Fico), in attrito in vista della scelta del candidato premier e della squadra. È il metodo a essere oggetto di dibattito: Grillo ha annunciato che sarà la rete a votarlo. Sul come sono aperte le discussioni, ma è possibile che alla fine saranno i vertici a offrire agli iscritti una rosa di nomi. Nel mentre, le grane locali persistono. Ieri sono partiti gli interrogatori degli indagati per le firme false a Bologna, con il vicepresidente del consiglio comunale Marco Piazza che si è detto «fiducioso». E a Roma l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, nel mirino della maggioranza M5S, ha avvertito: «Resto percinqueanni. Bastakilleraggio».